Covid, Remuzzi: "Gli effetti del Long Covid graveranno a lungo sul sistema sanitario nazionale"

Il professor Remuzzi ha spiegato nel dettaglio quali sono le ragioni che dovrebbero indurci all'ottimismo e quali sono i potenziali rischi per il futuro

Il direttore del Mario Negri, Giuseppe Remuzzi (foto: youtube)
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Ecco uno stralcio dell'intervista rilasciata dal professor Remuzzi al Corriere della Sera

Nel corso di una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Giuseppe Remuzzi (direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche, Mario Negri), ha spiegato le ragioni per cui la pandemia non può ancora essere definita conclusa e perchè ci trascineremo ancora avanti le conseguenze di carattere fisico. Secondo Remuzzi ci sono almeno cinque ragioni per le quali occorre essere ottimisti e tre ragioni che dovrebbero indurci ad essere preoccupati.

Le similitudini con l'influenza russa del 1889

Remuzzi ha parlato di similitudini con un virus russo (anche quello un Coronavirus) che fece un milione di morti e che si propagò nel 1889 a San Pietroburgo, facendo in tutto il mondo circa 1 milione di morti. “L’infezione – ha spiegato Remuzzi – provocava una polmonite severa e uccideva soprattutto gli anziani. Pur senza vaccini e farmaci a contrastarlo, il virus è rimasto aggressivo per alcuni anni per poi “spegnersi”.

A metà aprile inizierà la discesa del numero dei contagiati

Il confronto tra le conseguenze del Sars Cov-2 e l'influenza russa, sono impressionanti. Ecco il motivo per cui si può essere ottimisti anche se servirà ancora un po' di tempo. Il Global Burden of Disease (Gbd), programma internazionale che valuta l’impatto delle principali malattie a livello di mortalità e disabilità, ha chiarito che in Italia il picco di contagi si è verificato tra gennaio e febbraio di quest’anno. Secondo lo stesso programma internazionale, la discesa del numero dei casi avverrà a metà aprile per poi proseguire fino a luglio, per poi addirittura arrivare a zero casi di Covid in Italia tra giugno e agosto. CONTINUA A LEGGERE…


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I rischi legati al Long Covid

I motivi di ottimismo nascono dal fatto che ormai la quasi totalità della popolazione si è infettata e quindi esiste una immunizzazione diffusa. Omicron si localizza soprattutto nella parte alta delle vie respiratorie, ma non colpisce bronchi e polmoni. Un altro motivo di ottimismo nasce dal fatto che oggi non abbiamo a disposizione solo i vaccini, ma anche antivirali e anticorpi monoclonali che si stanno rivelando molto utili. I motivi di preoccupazione nascono guardando quello che sta accadendo ad Hong Kong, come ha fatto sapere lo stesso Remuzzi, dove Omicron sta colpendo in maniera massiccia la popolazione più anziana. Un altro dei motivi di preoccupazione evidenziato da Remuzzi, sta nel fatto che fra il 5 e il 10% dei pazienti guariti da Covid presenta gli effetti del “Long Covid”, che ha colpito una vasta platea di persone che non sono né malate né sane e che “peseranno nei prossimi anni sul sistema sanitario”. Secondo Remuzzi, bisognerà ancora far ricorso alle mascherine poiché «lo scenario è in forte evoluzione».

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.