Operazione verità ISS: i dati raccolti dimostrano che solo il 23,8% dei pazienti ammalati di Covid è deceduto in terapia intensiva
L’ISS ha svelato la verità sui morti di Coronavirus. Una recente indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità ha fatto luce sul giallo dei morti di Coronavirus dall’inizio della pandemia fino al 10 gennaio scorso. Su 138.099 i deceduti in terapia intensiva sono 1 su 4. Il 58,5%, corrispondente a 80.787 pazienti, si trovava in altri reparti ospedalieri, mentre il restante 17,7% non era neanche ricoverato. L’operazione di verifica è stata possibile partendo dall’analisi di un campione di 8.436 cartelle cliniche provenienti da un numero cospicuo di ospedali di tutta Italia. Da leggere anche Scuola, in arrivo nuove regole: ecco cosa cambierà con la quarantena
L’importanza di distinguere i pazienti deceduti
I pazienti deceduti in reparti diversi dalla terapia intensiva, avevano delle malattie pregresse (il report ne ha segnalate almeno 4). In molti casi, la morte è sopraggiunta a causa della demenza, di un tumore, di una cardiopatia ischemica, di un ictus, di un’insufficienza renale o di una fibrillazione atriale. I risultati ottenuti portano ad una conclusione importante: non bisogna generalizzare, ma distinguere i pazienti deceduti a causa dell’infezione da quelli morti per patologie pregresse e in più positivi al Covid. Altrimenti, si rischia solo di fare una gran confusione.
Covid-19 e decessi
Il Cororonavirus, indipendentemente dalla variante, è un’infezione che colpisce principalmente le vie aeree superiori, ma che può degenerare abbastanza velocemente interessando i polmoni e costringendo alla terapia intensiva. Quando il ricovero in reparto non avviene, significa che la malattia non è ad uno stadio preoccupante e può essere trattata anche da casa con le dovute attenzioni e i farmaci prescritti. La causa di un possibile decesso è quindi un’altra. Ormai, però, si tende a generalizzare senza alcuna distinzione. CONTINUA A LEGGERE…
Le raccomandazioni di medici e virologi
Per fare chiarezza e restituire dati validi, è importante inserire nel bollettino giornaliero solo i morti reali per Coronavirus, depennando tutti gli altri, così come da tempo suggeriscono diversi medici e noti virologi, quali Andrea Crisanti e Matteo Bassetti. Dall’inizio della pandemia sono stati registrati numeri importanti di morti, ma a questo punto ci si chiede quanto di vero ci fosse. I dati del report, infatti, fanno riferimento solo ad un campione di riferimento di 8.436 cartelle cliniche.
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