Omicron 2, secondo Crisanti il governo avrebbe commesso l’errore di ritardare le riaperture
Nonostante l’altissima percentuale di vaccinati, il numero delle persone contagiate dal Covid 19 non accenna a diminuire e la causa sembrerebbe stare nella mutazione del virus. Bisognava combatterlo prima, anticipando tutte le riaperture a gennaio e non aspettare il mese di aprile. È questo il pensiero del direttore del dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova, Andrea Crisanti. Secondo il virologo, l’alta contagiosità della nuova variante Omicron 2 è dovuta alla totale mutazione del virus rispetto a quello arrivato dalla Cina ben due anni fa. Questo, oltre al fatto che è trascorso troppo tempo dall’ultima vaccinazione o da quando si è guariti dall’infezione, rende qualsiasi misura restrittiva inutile se non controproducente.
La tesi di Crisanti
Meglio sarebbe stato anticipare tutte le riaperture al mese di gennaio e non come ha fatto il governo, al mese di aprile e maggio. Non solo, ma ritardare le riaperture ha avuto come assurdo quello di rendere il virus ancora più contagioso. Anticipare le riaperture a gennaio, quando ha iniziato ad affacciarsi la variante Omicron 2, avrebbe comportato una maggiore protezione, dovuta al fatto che si era appena ricevuta la dose di richiamo e il livello degli anticorpi era più elevato. In questo modo, prendersi l’infezione a gennaio avrebbe causato conseguenze molto più lievi di quelle che sta provocando ora.
L’errore di limitare i contatti sociali
Limitando invece il contatto delle persone ha avuto come conseguenza quello di ritardare il contagio e farlo esplodere un paio di mesi più tardi, che è quello che sta accadendo ora, considerato che l’indice di trasmissibilità RT del virus è ora fermo a 12, e quindi una persona è in grado di infettarne ben 12. Ciò che in definitiva consigliava il prof. Crisanti era quello di anticipare le riaperture già ad inizio anno, senza però seguire l’esempio della Gran Bretagna dove si è scelto di eliminare ogni tipo di protezione e abituarsi a vivere in compagnia del Covid. CONTINUA A LEGGERE..
Chi dovrà fare la quarta dose
Quello che invece si doveva fare in Italia e che non si è fatto, era da una parte iniziare a riaprire tutte le attività, eliminando man mano le varie restrizioni, mentre dall’altro era necessario proteggere le persone più fragili, le uniche a subire le vere conseguenze del virus. E l’unico modo per proteggere i più fragili era quello di somministrare loro la quarta dose del vaccino. Crisanti ci tiene infine a precisare che quelli che più rischiano gli effetti del contagio sono i non vaccinati, mentre coloro che hanno completato il ciclo vaccinale o sono guariti, in caso di contagio rischiano effetti simili ad un’influenza.
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