Crisanti lancia il monito sui test rapidi: "Potrebbero non rilevare alcune varianti"

Il noto virologo Crisanti ha manifestato il proprio scetticismo nei confronti dei test rapidi per diagnosticare la varianti

Coronavirus, il virologo Andrea Crisanti (Foto Youtube)
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L'opinione del virologo Crisanti sui test rapidi e sulle varianti del Covid

Alcune varianti del Covid 19 sono totalmente invisibili ai test rapidi e questo rappresenta un grosso problema per la sanità pubblica. Con queste parole, il direttore del laboratorio di microbiologia e virologia di Padova e docente di microbiologia dell'ateneo veneto, Andrea Crisanti, ha lanciato l'allarme nel programma Buongiorno di Sky Tg24. Insistere con i test rapidi sarebbe, quindi, un errore e pertanto andrebbero evitati. Inoltre, se non utilizzati nella maniera corretta, contribuiscono alla diffusione del virus, in maniera particolare nelle comunità. Leggi anche Coronavirus, arriva il nuovo decreto: Pasqua in lockdown..

Come funzionano i test antigienici rapidi per il Covid

I test antigienici rapidi sono stati realizzati per individuare in maniera rapida la presenza del virus. Sono, infatti, progettati per riconoscere gli antigeni della proteina Spike, ovvero quella del virus nella quale sono concentrati la maggior parte delle mutazioni che fino a questo momento hanno dato origine alle varianti. Tuttavia, tali test, sono in grado di riconoscere solo la presenza del virus nativo, in quanto, al momento, non vi sono dati sufficienti per verificare che questi possano anche individuare la proteina Spike modificata dalle varianti. A dirlo è stato anche il virologo, Francesco Boccia, dell'Università di Milano Bicocca.

Il cambio di valutazione dell'Rt di contagio

L'unico metodo per individuare e tenere traccia del virus e delle sue varianti è quello di effettuare i tamponi molecolari. Questi ultimi, infatti, sono in grado di identificare le varianti e rendere, quindi, possibile la ricerca con il sequenziamento. Nello stesso programma, Crisanti, ha anche parlato del cambio di valutazione dell'Rt di contagio. Il virologo si è mostrato a favore delle nuove misure, in quanto anche se in questo modo l'indice di contagio non risulta essere molto preciso, permette di agire in maniera tempestiva. Prima, infatti, l'Rt era preciso, ma era basato sui dati raccolti 10-12 giorni prima e visto la diffusione rapida del virus, si trattare di un tempo troppo lungo.


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Prendere esempio dall'Inghilterra

Il virologo ha concluso il proprio intervento, chiedendo di guardare all'esperienza inglese. In Inghilterra, sono riusciti a vaccinare 24 milioni di persone in soli 3 mesi. Per ottenere lo stesso risultato, dovremmo avere circa 30-40 milioni di dosi entro la fine dell'estate. Quanto al vaccino russo Sputinik, ha affermato che è molto simile a quello prodotto da AstraZeneca. Tuttavia, bisogna chiedersi perché la Russa lo vende e non lo utilizza per immunizzare i propri cittadini.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.