Ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata dal virolo Crisanti alla Stampa sulla quarta dose e sulle restrizioni
In una intervista concessa al quotidiano “La Stampa”, il virologo dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, ha fatto il punto della situazione anche alla luce della nuova variante Omicron che sta ancora imperversando in tutta Italia. Il professore di microbiologia ha auspicato una maggiore protezione dei soggetti più fragili, mentre ha ritenuto assolutamente inutile parlare di quarta dose per i giovani e per coloro che non soffrono di patologie gravi.
L’intervista di Crisanti
“Dobbiamo metterci in testa – ha spiegato Crisanti nel corso dell’intervista a La Stampa – che se non siamo persone fragili e siamo vaccinati, anche se ci prendiamo il Covid non ci succede nulla di grave. È come un’influenza“. Insomma, secondo il noto virologo sarebbe insensato parlare di “nuove misure restrittive” che non servirebbero assolutamente a nulla “come peraltro dimostrato anche nei mesi scorsi”. Secondo il virologo dell’Università di Padova, il boom dei contagi avvenuto a Gennaio è coinciso con la fase di restrizioni che “però si sono rivelate ininfluenti. La curva dei contagi poi è scesa solo grazie alle vaccinazioni e ai guariti dal virus”.
Crisanti: “Prima o poi ci contageremo tutti”
Crisanti ha anche ricordato come la protezione del vaccino dura solo per un periodo di tempo molto breve (tre mesi circa) e poi la tutela va calando progressivamente, mentre aumenta il rischio di contagio. Contagio che però non deve preoccuparci, come rassicura lo stesso Crisanti: “La verità – ha spiegato il virologo – è che dobbiamo metterci il cuore in pace perchè ci contageremo quasi tutti. Ma basta non appartenere alla categoria dei fragili e il problema si risolve“. Insomma, protetti o no, la nuova variante è solo una influenza che si può affrontare efficacemente se si gode di buona salute. CONTINUA A LEGGERE…
Chi dovrà fare la quarta dose?
Per quanto concerne la quarta dose del vaccino, Crisanti ha auspicato che venga somministrata solo alle persone fragili, mentre non sarebbe di alcuna utilità per le persone che non soffrono di patologie gravi. “Chi la vuole fare può procedere tranquillamente – ha spiegato Crisanti – ma in maniera categorica la consiglio solo ai fragili“. In Italia sono complessivamente 5 milioni le persone con più di 80 anni, gli immunodepressi, gli autoimmuni e i pazienti oncologici. I dati parlano chiaro: il 90-95% dei decessi appartiene alla categoria dei fragili”. Anche l’obbligo della mascherina al chius, secondo il microbiologo dell’Università di Padova, sarebbe ininfluente perchè, prima o poi, nei ristoranti e nei bar tendiamo a toglierla vanificando la protezione. “Dobbiamo consentire a chi è in età di lavoro – ha spiegato Crisanti – di poter fare lo smart working da casa in modo da evitare il più possibile i contatti a rischio”.
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