Fare incubi in tenera età potrebbe essere spia della presenza di un gene che preluderebbe allo sviluppo di gravi malattie neurodegenerative
Secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica, The Lancet, fare incubi durante l’infanzia potrebbe esporre i bambini al rischio di sviluppare forme di demenza o di malattie neurodegenerative in età adulta. Secondo alcuni dati rivelati dagli autori dello studio, fare incubi tra i 7 e gli 11 anni raddoppierebbe sostanzialmente le probabilità di sviluppare un deterioramento cognitivo già dall’età di circa 50 anni, e possono avere fino a sette volte più probabilità di ricevere diagnosi di morbo di Parkinson.
Come è stato condotto lo studio
I dati che sono stati passati al setaccio da parte dei ricercatori partono da statistiche iniziate nel 1958, che ha seguito la vita di tutti i bambini nati in Inghilterra, Scozia e Galles. Quando i bambini avevano 7 anni (1965) e 11 (1969) sono stati analizzati le loro abitudini di sonno anche attraverso questionari ai quali hanno risposto le rispettive madri. In totale la coorte dei bambini studiati sono stati 6.991 bambini.
Cosa si è scoperto
E’ stato impiegato un evoluto software statistico per valutare l’incidenza della frequenza degli incubi con lo sviluppo di deterioramento cognitivo, o ricevere una diagnosi di Parkinson prima dei 50 anni. L’esito dello studio ha evidenziato come i bambini che facevano brutti sogni hanno avuto una maggiore probabilità di sviluppare deterioramento cognitivo o di ricevere una diagnosi di morbo di Parkinson rispetto ai bambini che non hanno mai avuto brutti sogni. Coloro che avevano un sonno irrequieto hanno evidenziato il 76% in più di probabilità di sviluppare un deterioramento cognitivo e il 640% in più di probabilità di sviluppare il Parkinson. CONTINUA A LEGGERE…
Il rischio rimane comunque molto basso
A fare la differenza è l’impronta genetica. Coloro che fanno incubi frequenti già in tenera età hanno un gene noto per aumentare il rischio di avere incubi regolari (PTPRJ). Questo gene aumenta la chance di sviluppare morbo di Alzheimer in età avanzata. Questi dati, per quanto possano apparire drammatici, in realtà non dovrebbero preoccupare. Dei circa 7.000 bambini inclusi nello studio, solo 268 (4%) hanno manifestato incubi frequenti, in base alle dichiarazioni fornite dalle madri, in tenera età. Nella totalità dei bambini che sono stati monitorati solo 17 hanno sviluppato una forma di deterioramento cognitivo o morbo di Parkinson entro i 50 anni (6%). Quindi la stragrande maggior parte non correrà comunque alcun rischio.
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