Dai broccoli una speranza contro il diabete: basta una dose giornaliera di estratto di germogli per contrastare la glicemia

Lo studio è stato condotto somministrando ai volontari un composto comunemente presente nelle verdure crocifere noto come sulforafano o un placebo ogni giorno per 12 settimane

I broccoli: molte le proprietà antidiabete Fonte: broccolissimo.it
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La ricerca pubblicata su Nature Microbiology avrebbe dimostrato le grandi proprietà dei broccoli nel contrasto ai valori elevati di glicemia

Secondo le evidenze di un nuovo studio pubblicato su Nature Microbiology, un composto chiave in alimenti come broccoli, cavoletti di Bruxelles e cavolo possono aiutare concretamente nella riduzione dei valori della glicemia e nella prevenzione dello sviluppo del diabete di tipo 2. Lo studio ha coinvolto 74 persone di età compresa tra 35 e 75 anni con livelli di zucchero nel sangue in aumento e quindi in fase prediabetica e in condizione di sovrappeso.

Come è stato condotto lo studio

Lo studio è stato condotto somministrando ai volontari un composto comunemente presente nelle verdure crocifere noto come sulforafano o un placebo ogni giorno per 12 settimane. Coloro a cui è stato somministrato sulforafano hanno mostrato una significativa riduzione della glicemia, come ha avuto modo di confermare il team di ricercatori dell'Università di Goteborg in Svezia. Gli scienziati sostengono che queste nuove scoperte potrebbero aprire la strada a un possibile trattamento di precisione utilizzando il sulforafano estratto dai broccoli come alimento funzionale.

La tesi degli esperti

A confermare gli straordinari risultati raggiunti grazie a questo studio è stato anche Anders Rosengren, fisiologo molecolare presso l'Università di Goteborg. Coloro che hanno assunto il composto hanno visto ridurre considerevolmente i livelli di zucchero nel sangue anche in coloro che avevano già manifestato i primi segni di diabete lieve correlato all'età. Secondo gli scienziati anche i batteri intestinali sembrano aver fatto la differenza. Il team ha identificato il gene batterico BT2160, noto per essere coinvolto nell'attivazione del sulforafano. E' stato dimostrato che coloro che avevano più di questo gene nei loro batteri intestinali hanno mostrato un calo medio della glicemia di 0,7 millimoli per litro, rispetto a 0,2 mmol/L per il sulforafano rispetto al placebo in generale.


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Conclusioni

I dati hanno evidenziato la necessità di approcci personalizzati nella lotta contro il prediabete. Più sappiamo quali gruppi di persone ottengono la migliore risposta da quali trattamenti, più efficaci saranno tali trattamenti in futuro. Si stima che il prediabete colpisca centinaia di milioni di persone in tutto il mondo mentre i tassi di incidenza stanno aumentando rapidamente. Come ha avuto modo di spiegare Rosengren a conclusione di questo studio “i fattori legati allo stile di vita rimangono il fondamento di qualsiasi trattamento per il prediabete, tra cui esercizio fisico, alimentazione sana e perdita di peso".

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.