Questo sito contribuisce alla audience di Il Messaggero

Mercoledì 13 Novembre
Scarica la nostra app
Segnala

Diabete, una nuova proteina potrebbe sostituire l’insulina: ecco di cosa si tratta

Lo studio parte da un'osservazione molto importante: questa proteina può migliorare in modo davvero significativo il metabolismo

Diabete, una nuova proteina potrebbe sostituire l’insulina: ecco di cosa si tratta
Diabete - Foto Pixabay

Diabete, in futuro si potrebbe fare a meno dell’insulina per curarlo

Il diabete è una patologia che purtroppo si sta diffondendo sempre di più. Nei pazienti che soffrono di questa malattia, le cellule beta che si trovano all’interno del pancreas non riescono più a produrre insulina a sufficienza, per cui l’unica cosa che si può fare per tamponare la situazione è quella di iniettarsi regolarmente la quantità di insulina artificiale sufficiente per garantire il corretto funzionamento dell’organismo. Purtroppo, però, se da un lato questa soluzione permette un’efficace azione di tamponamento, dall’altro ha degli effetti collaterali non indifferenti perché non è così semplice riuscire a dosare in modo preciso l’insulina necessaria e a lungo andare c’è il rischio di avere problemi sia a livello cardiovascolare che metabolico.

La cure alternative

Per fortuna, però, all’UNIGE – l’Università di Ginevra – da qualche anno sono in corso degli studi che sono tesi ad individuare una cura alternativa per il diabete, basata sull’utilizzo della proteina chiamata S100A9. Lo studio parte da un’osservazione molto importante: questa proteina può migliorare in modo davvero significativo il metabolismo di una persona che è in carenza da insulina. Secondo il Prof. Coppari, a capo del progetto svizzero, tale proteina regolerebbe i livelli di glicemia, dei lipidi e dei chetoni (che sono il frutto dell’ossidazione degli acidi grassi all’interno del fegato quando il corpo non ha più glucosio utile per il suo funzionamento) senza causare tutti gli effetti collaterali che sono tipici dell’insulina.

La proteina S100A9 agisce sul fegato

Una delle scoperte più entusiasmanti di questa ricerca è connessa al fatto che la proteina S100A9 agisce direttamente sul fegato, attivando un ricettore chiamato TLR4: in questo modo, la proteina non ha bisogno di entrare nelle cellule epatiche e ciò consente una modalità di somministrazione molto più semplice rispetto a tutte le altre cure che sono possibili al momento. Se la sperimentazione, che sta andando avanti, confermerà i primi dati raccolti, sarà davvero una scoperta che potrà migliorare la vita dei tanti pazienti affetti da diabete. CONTINUA A LEGGERE…

Serviranno ulteriori sperimentazioni

Per il momento la sperimentazione ha riguardato un campione di pazienti diabetici che sono stati ricoverati in ospedale con una grave insufficienza insulinica. I ricercatori hanno notato che in questi pazienti avveniva un leggero ma ancora insufficiente aumento della proteina S100A9 quindi hanno ipotizzato che un’iniziezione della stessa potesse migliorare la situazione. Per il momento la fase di sperimentazione del farmaco prevede la sua somministrazione insieme ad una residuale parte di insulina ma lo step successivo sarà proprio quello di utilizzare esclusivamente il farmaco a base di proteina S100A9, per verificarne gli effetti più nel concreto.

La nostra newsletter!

Ricevi gli aggiornamenti e le ultimissime
su Meteo e Scienza via mail!

ISCRIVITI ORA!

Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

SEGUICI SU:

Ultima Ora

Ultima Ora Terremoto