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Diabete, ecco quali sono i tre ‘campanelli d’allarme’ da non sottovalutare

Diebete, ecco quali sono i tre 'campanelli d'allarme' cui fare attenzione. I fattori di rischio.

Diabete, ecco quali sono i tre ‘campanelli d’allarme’ da non sottovalutare
Diebete, ecco quali sono i tre 'campanelli d'allarme' da non sottovalutare (Foto Pixabay)

Diebete, ecco quali sono i tre ‘campanelli d’allarme’ da non sottovalutare

Il diabete può essere di tipo 1 o insulino-dipendente, di tipo 2 o non-insulino-dipendente, gestazionale, monogenico, oppure  secondario ad altra patologia. Il diabete tipo 1 è di origine autoimmune. Le cellule pancreatiche che producono insulina vanno incontro ad una progressiva autodistruzione, non riuscendo così più a controllare i livelli di zucchero nel sangue, come riporta l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Leggi anche: Alzheimer, scoperto nuovo sintomo che compare dopo i 50 anni d’età

Il diabete di tipo 2

Il diabete tipo 2 è dovuto ad alterazioni genetiche e fattori ambientali. Il deficit di insulina risulta meno grave rispetto a quello tipico del diabete di tipo 1. Non è una malattia autoimmune e i meccanismi alla base della patologia possono essere un deficit di insulina, uno scorretto funzionamento dell’ormone o la presenza di resistenza all’insulina, oppure una combinazione di questi due fattori.

I sintomi caratteristici

In genere il diabete non si manifesta con disturbi particolari. Tra i sintomi più caratteristici ci sono una sete intensa (polidipsia), una frequente necessità di urinare in maniera abbondante (poliuria) e un aumento dell’appetito (polifagia). Le persone affette da diabete tipo 1, spesso vanno incontro ad una importante perdita di peso. In questi casi la malattia esordisce in maniera piuttosto forte causando malessere, sonnolenza e odore di acetone nell’alito. Il diabete di tipo 2 invece viene scoperto spesso effettuando esami di laboratorio, senza causare sintomi specifici.

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I fattori di rischio

I fattori di rischio del diabete di tipo 2 sono in genere questi: essere sovrappeso, mancanza di esercizio fisico, ipertensione arteriosa, alterazioni del metabolismo dei grassi, fumo. Nella maggior parte dei casi, non è una malattia ereditaria, ma esiste una predisposizione genetica, soprattutto nel caso del diabete di tipo 2.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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