
Dieta per la longevità? Poche proteine ed un apporto alto di carboidrati
Spesso e volentieri quando si parla di diete, si fa riferimento solo ed esclusivamente all’aspetto fisico: ciò che preoccupa maggiormente chi decide che è arrivato il momento di perdere peso, infatti, è mettersi in forma, curando principalmente l’aspetto estetico. In realtà una dieta corretta può favorire anche un invecchiamento sano. Secondo quanto suggerito da uno studio dell’Università di Sidney, pubblicata su “Cell Reports” e riportato da “Repubblica.it“, infatti, una dieta con poche proteine ed un alto apporto di carboidrati può rappresentare la chiave della longevità, soprattutto in relazione al cervello.
Dieta per influenzare positivamente il modo in cui invecchia il cervello
Secondo quanto riportato da “Repubblica.it“, Devin Wahl, vale a dire il principale autore dello studio, ha sottolineato come allo stato attuale non ci siano trattamenti farmacologici che risultino efficaci per la demenza. Al momento, infatti, è sì possibile rallentare il processo di queste malattie, ma non arrestarle. Perciò risulta stimolante iniziare a individuare diete che possano in qualche modo influenzare il modo in cui il cervello invecchia.
Dieta salva-cervello, stessi vantaggi dei regimi alimentari che prevedono restrizione calorica
“La ricerca sulla quale ci stiamo soffermando in questo articolo è la prima – secondo quanto si legge su “Repubblica.it” – che mette in evidenza come le diete a basso contenuto proteico e ad alto contenuto di carboidrati abbiano per il cervello dei vantaggi protettivi assolutamente simili rispetto a quei regimi alimentari che prevedono una restrizione calorica, con questi ultimi che da anni vengono studiati per i benefici sulla longevità“.
Lo studio è stato realizzato sui topi
Secondo quanto è possibile leggere su “Repubblica.it“, per condurre lo studio i ricercatori hanno lavorato con l’alimentazione dei topi, sottoponendo loro carboidrati complessi derivati dall’amido e proteine della caseina del formaggio e del latte. Va sottolineato, inoltre, come si siano concentrati in particolar modo sull’ippocampo, ossia sull’area del cervello responsabile dell’apprendimento e della memoria.
L’ippocampo è la prima parte del cervello che si deteriora con l’Alzheimer
David Couteur, autore senior dello studio, ha evidenziato – come riportato da “Repubblica.it” – come l’ippocampo solitamente sia la prima parte del cervello a deteriorarsi con malattie di natura neurodegenerativa come l’Alzheimer. Inoltre, nei topi la dieta ricca di carboidrati e con poche proteine sembra favorire salute e biologia dell’ippocampo, in alcuni casi in misura addirittura maggiore rispetto a quanto accade nella dieta ipocalorica. I topi, poi, sono anche stati sottoposti a test relativi alla memoria e sono emersi dei piccoli miglioramenti.
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