Dolore al petto: è un attacco di cuore o reflusso? Ecco come distinguerlo

Dolore al petto: è un attacco di cuore o reflusso? Ecco come distinguerlo. Tutti i dettagli

Quando si ha un dolore al petto in genere ci si allarma, ma non è detto che sia per forza un attacco di cuore. Diversi disturbi gastrointestinali, come ad esempio il reflusso gastroesofageo, ulcere, spasmi muscolari, pancreatite, possono causare dolore al petto e altri sintomi simili a quelli collegati ad un attacco di cuore. Il bruciore di stomaco è uno dei sintomi con cui può presentarsi un attacco di cuore, come riporta Humanitas.it. Leggi anche: Glicemia alta, ecco quali sono i sintomi e come abbassarla secondo il dottor Marco Mirani

I sintomi del bruciore di stomaco

Il bruciore di stomaco è un dolore o fastidio che dalla parte alta dell’addome sale verso il petto e spesso si manifesta dopo aver mangiato o dopo essersi sdraiati oppure chinati. Può accompagnarsi a un sapore amaro in bocca, che è causato dagli acidi gastrici che risalgono l’esofago. Possono esserci fenomeni di rigurgito e può presentarsi anche di notte, con disturbi del sonno e risvegli. Tutto questo può avvenire se non sono trascorse più di due ore tra la fine della cena e l’andare a letto a dormire.

I sintomi dell’attacco di cuore

L’attacco di cuore in genere si manifesta con un improvviso dolore al petto e difficoltà a respirare. I sintomi possono variare da persona a persona e anche il bruciore di stomaco può essere tra i segnali di un attacco di cuore. I sintomi  in genere sono i seguenti: sensazione di dolore, pressione o schiacciamento al petto o alle braccia, che può estendersi al collo, alla mascella e alla schiena. Possono presentarsi anche nausea, indigestione, dolore addominale e bruciore di stomaco, fiato corto, stanchezza, vertigini improvvise.

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Come comportarsi

Se si avverte un dolore al petto improvviso e opprimente, aumentata sudorazione, pallore e debolezza, allora bisogna andare al pronto soccorso. Se il fastidio al petto tende a migliorare o a scomparire stando a riposo è sufficiente recarsi dal medico, perché potrebbero comunque essere necessari degli esami di approfondimento.