Variante Covid tanzaniana, ecco la nuova scoperta che sta atterrendo il mondo della scienza
La variante tanzaniana, secondo gli scienziati, potrebbe causare molti più problemi di quanto si potrebbe pensare e potrebbe far sprofondare nuovamente nel panico tutto il mondo. Si tratterebbe infatti della variante Covid con il numero maggiore di mutazioni di qualsiasi altro ceppo. I virologi hanno affermato che questa variante presenta molte difformità rispetto al virus Wuhan originale rispetto a qualsiasi altro ceppo noto alla scienza, comprese le varianti trovate nel Kent, in Sud Africa e in India. Da leggere anche Covid, dal 26 aprile il 90 per cento degli alunni tornerà in classe.
Dove è stata scoperta
Questa variante è stata rilevata per la prima volta da tre viaggiatori che sono stati testati in un aeroporto in Angola dopo essere arrivati dalla Tanzania a metà febbraio. I ricercatori hanno esaminato i campioni in un laboratorio e hanno scoperto che il virus presentare 34 mutazioni, 14 dei quali risultavano collocati sulla proteina “spike” che il virus utilizza per attaccarsi alle cellule umane e causare malattie. Per fare un esempio pratico la variante Kent ha 17 cambiamenti genetici significativi con otto sul picco. Il ceppo sudafricano ne ha ancora meno.
Le caratteristiche della variante
La variante è stata scoperta dal professor Tulio de Oliveira il quale, nel corso di una intervista, ha dichiarato che “se confrontata con altre varianti, questa è la più divergente“. Il ceppo è noto come A.VOI.V2 come “il lignaggio A più diversificato mai descritto”. Un lignaggio A è un discendente diretto del ceppo Wuhan originale del virus. Questo confronto non include le varianti del Kent e del Sud Africa che sono linee B, quelle che risalgono a un ceppo diverso che è diventato dominante in Europa la scorsa estate.
A rischio anche l’immunità del vaccino?
Non si sa abbastanza della variante tanzaniana per consentire agli scienziati di decidere se sia più pericolosa di quelle esistenti. E’ altrettanto complicato sapere quanto sia diffuso perché nell’Africa subsahariana non vengono effettuati test e campionamenti genetici sufficienti. Il professor de Oliveira ha pubblicato la sua scoperta insieme ai colleghi dell’Università del KwaZulu-Natal a Durban, in Sud Africa. In una propria dichiarazione pubblicata su Twitter, il dottor Oliveira ha scritto che si tratta del “sequencer del lignaggio A più diversificato mai descritto”. Il gran numero di mutazioni è molto preoccupante per gli scienziati e aumenta il rischio di immunità da vaccino. Sappiamo infatti che gli anticorpi del sistema immunitario sono in grado di distruggere il virus quando entra nel corpo, sono specifici e funzionano con maggior difficoltà contro i virus che non hanno mai visto prima.
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