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È il quarto tumore più diffuso in Italia dopo i 50 anni, ma spesso non si riconoscono i primi sintomi. Ecco quali sono

E' il quarto tumore più diffuso in Italia dopo i 50 anni, ma è sottovalutato dalla maggioranza degli italiani. Ecco quali sono i sintomi per riconoscerlo

È il quarto tumore più diffuso in Italia dopo i 50 anni, ma spesso non si riconoscono i primi sintomi. Ecco quali sono
È il quarto tumore più diffuso in Italia dopo i 50 anni, ma spesso non riconoscono i primi sintomi. Ecco quali sono (Foto Pixabay)

È il quarto tumore più diffuso in Italia dopo i 50 anni, ma spesso non riconoscono i primi sintomi.

Il quarto tumore più diffuso in Italia dopo i 50 anni è una malattia ancora poco conosciuta e sottostimata dalla maggioranza degli italiani, che spesso non sanno come si possa prevenirlo e riconoscerne i primi sintomi. Ci sono oltre 25.500 nuovi casi ogni anno in Italia di questa forma di cancro e nonostante colpisca soprattutto gli uomini, i numeri sono in crescita tra le donne, come riporta il Corriere.it.

I numeri

Il tumore alla vescica è la quarta forma di cancro più frequente in Italia dopo i 50 anni, come mostrano i dati raccolti per il progetto «U-Change» con l’obiettivo di capire quanto ne sanno gli italiani sul tumore della vescica. Il 61% degli interpellati non è mai andato dal proprio medico per segnalare  sintomi come sangue nelle urine o bruciore durante la minzione. Sergio Bracarda, direttore del Dipartimento di Oncologia all’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, fa sapere che nell’80% dei casi la neoplasia interessa gli uomini, ma i numeri fra le donne sono in aumento.

Il sintomo caratteristico

Il sintomo caratteristico è la presenza di sangue nelle urine, ma non vanno trascurati neppure stimolo frequente e urgenza di urinare, bruciore, dolore pelvico e dolore alla schiena. Le cistiti ricorrenti sono spesso sottovalutate dai pazienti e anche dai medici, fa sapere Bracarda. In assenza di cure tempestive, la malattia può diffondersi alla parete muscolare che la circonda l’urotelio e raggiungere i linfonodi o altri organi come polmoni, fegato ed ossa.

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Chi rischia di più?

Una diagnosi veloce è fondamentale, spiega l’esperto. Il sondaggio condotto da Nume Plus e presentato durante il congresso dell’associazione PaLiNUro, mostra che il 34% dei pazienti non sa quale sia lo specialista che si occupa di questa patologia, soltanto il 52% riconosce come causa principale il tabacco, mentre quasi il 50% è convinto che il principale fattore di rischio sia la predisposizione genetica. Il fumo di sigaretta è da solo responsabile della metà dei casi circa, spiega Bracarda. Ci sono anche altri fattori di rischio come quello professionale, come  l’esposizione a coloranti e la dieta, in cui sembra chiamato in causa l’alcol. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è di circa l’80% negli uomini e del 78% nelle donne.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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