Coronavirus, emergenza variante brasiliana, Rezza: "Servono subito misure forti"

La nuova mutazione del Covid sta preoccupando il mondo della scienza: ecco le dichiarazioni del professor Rezza

Il professor Rezza, direttore generale della Prevenzione (foto: youtube)
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Variante brasiliana, il professor Gianni Rezza ha espresso la sua preoccupazione per la rapida diffusione della mutazione

Il professor Gianni Rezza ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha messo in guardia sulla variante brasiliana e sui rischi associati alla sua diffusione. Lo ha fatto in occasione dei consueti aggiornamenti settimanali riguardo la pandemia da Covid-19, durante una conferenza stampa tenuta insieme al dottor Silvio Brusaferro. Fino a ora oscurata dal ceppo britannico, da qualche giorno la mutazione si trova al centro dell'attenzione pubblica, per via di un aumentato riscontro sui campioni raccolti in fase di screening. Di qui la necessità di tenere d'occhio anche il sottotipo virale partito da Manaus e, dagli ultimi mesi dello scorso anno, diffuso dal Brasile al resto del mondo. Da leggere anche Coronavirus, ecco il piano del governo Draghi: coprifuoco anticipato in tutta Italia. 

IL PUNTO DELL'EMERGENZA SANITARIA SULLA VARIANTE BRASILIANA

La dichiarazione proviene da una fonte autorevole: il dottor Rezza è Direttore Generale del Dipartimento di Prevenzione del Ministero della Sanità e sta seguendo l'andamento pandemia in tempo reale. Come affermato da lui stesso, nelle ultime settimane l'incidenza della mutazione proveniente dall'Amazzonia (nota anche con la sigla P.1) è del 4% sul totale dei ceppi isolati finora. La sua trasmissibilità è paragonabile a quella della variante britannica: un fatto non trascurabile, vista la presenza di focolai da brasiliana in Umbria e altri casi sparsi per il Centro Italia.

MEGLIO GLI ANTICORPI DA VACCINO O QUELLI SVILUPPATI DA UN CONTAGIO?

Contro questa variante la copertura anticorpale sembra molto più efficace degli anticorpi sviluppati in seguito a un'infezione, sintomatica o meno. Di più: essere contagiati una volta non garantisce una protezione da esposizioni successive al virus, anche se originata dallo stesso ceppo brasiliano. L'immuno-profilassi offre qualche speranza in più, ma attenzione: il primo richiamo non basta. Come per molte altre mutazioni, occorre attendere almeno una settimana dalla seconda dose.


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COVID E VARIANTI, DIVIETI E MISURE PROPOSTE DA REZZA

Secondo il parere del professore, la trasmissione a ampio raggio della mutazione P.1 è arginabile con un inasprimento delle restrizioni su scala nazionale, indipendentemente dallo scenario di rischio. A suo avviso, sarebbe opportuno un nuovo lockdown, in modo da tenere sotto controllo la diffusione di tutte le varianti in circolo. Finché non avverrà un innalzamento delle temperature non è prefigurabile alcun allentamento: com'è noto, le mutazioni originate da Sars-CoV-2 e i virus respiratori in genere regrediscono spontaneamente con l'arrivo del caldo. Una cauta attesa e qualche sacrificio darebbero il tempo ai ricercatori di studiare ancora la conformazione dello spike del ceppo di Manaus, finora refrattario a qualsiasi tentativo di inattivazione o attenuamento.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.