Estratto verme vivo nel cervello di una donna in Australia, il Prof. Massimo Andreoni avverte: "Possono diventare più frequenti per via..."
Il caso del verme trovato vivo nel cervello di una paziente australiana: il professore Andreoni avverte che casi simili potrebbero diventare più frequenti.
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Estratto verme vivo nel cervello di una donna in Australia, il Prof. Massimo Andreoni avverte: “Possono diventare più frequenti per via…"
Un'equipe di chirurghi è rimasta sotto shock dopo aver scoperto che nel cervello di una donna 64enne australiana viveva un verme parassita di 8 cm, poi estratto, un nematode che si muoveva nel lobo frontale della paziente. Un evento incredibile destinato ad entrare nella storia della medicina. La vicenda risale a un anno fa ma solo ora è stata descritta sulla rivista scientifica Emerging Infectious Diseases. Come riferisce focus.it, probabilmente, la paziente ha ingerito le uova del serpente non velenoso accidentalmente, consumando una pianta selvatica raccolta nei pressi di casa sua, una specie di spinacio noto come verdura di Warrigal contaminato in questo caso dagli escrementi di un pitone tappeto infestato dal parassita.
Come riportato dal sito della BBC, la donna era stata ricoverata nell'ospedale di Camberra alla fine di gennaio 2021 con un insieme di sintomi strani: tosse, sudorazione notturna, dolore allo stomaco, amnesie e depressione. Le prime scansioni cerebrali avevano evidenziato una lesione atipica nel lobo frontale destro del cervello, ma l'ospite sgradito che causava tutto questo è venuto alla luce soltanto nell'estate del 2022 durante un intervento di chirurgia – una biopsia per verificare la natura della lesione cerebrale. È stato allora che il gruppo guidato dalla neurochirurga Hari Priya Bandi ha estratto il verme dal cervello della poverina, documentando un'infezione mai riportata prima in un essere umano. Compatibilmente con l'accaduto, la donna oggi sta bene.
L'avvertimento del professore Massimo Andreoni
A spiegare il caso eccezionale del verme trovato nel cervello della paziente australiana all'ANSA è Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie Infettive all'Università Tor Vergata di Roma. “Infestazioni da vermi e parassiti in organi come intestino o, più raramente, fegato, polmoni, liquor e cervello, possono diventare più frequenti per via della crescente simbiosi tra essere umani e animali“. Non solo virus o batteri che rappresentano le infezioni più comuni, il nostro corpo o quello di altre specie può diventare un serbatoio di parassiti e vermi. La maggiore frequenza dipende dal crescente fenomeno dell'urbanizzazione degli animali selvatici, come serpenti, rettili e uccelli.
Di solito i vermi che possono colpire l'uomo restano localizzati nell'intestino causando disturbi gastrointestinali. Quando, in casi del tutto eccezionali superano la barriera intestinale e entrano in altri organi attraverso il flusso del sangue, restano però in uno stato larvale. Nel caso australiano, l'eccezionalità è nel fatto che quello trovato nel cervello è un verme adulto. In particolare si tratta di un nematode che ha il pitone come ospite abituale, ovvero l'animale serbatoio dentro cui cresce e si riproduce. L'esperto chiarisce: “Il pitone si nutre di piccoli mammiferi che possono essere infestati dal verme, che si può riprodurre nel suo intestino, le cui uova vengono poi eliminate con le feci. L'essere umano si infetti ingerendo alimenti o toccando oggetti contaminati da queste uova microscopiche".
Nessun verme vivo nel cervello umano trovato in Italia
In Italia non è finora mai stato identificato un verme vivo nel cervello ma “abbiamo diversi casi, specie nei luoghi legati alla pastorizia, di echinococcosi cistica (o idatidosi), trasmessa all'uomo dal cane e che porta alla formazione di cisti soprattutto nel fegato o nei polmoni. Mentre la cisticercosi, “è una forma legata al consumo di carne cruda di maiale e può portare alla presenza di vermi in stato larvale nel cervello. La strongiloidosi, invece, è causata da un verme cilindrico che si può trovare anche in forma adulta nel liquor, il liquido che circonda cervello e midollo: in Italia sono stati segnalati diversi casi in pazienti immunocompromessi". Tra i sintomi, come per la paziente australiana “può esserci anche depressione, probabilmente causata dall'infiammazione determinata a livello cerebrale".
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Le difese immunitarie
Normalmente, le difese immunitarie dell'uomo sono capaci di combattere la minaccia ma “se la quantità di vermi ingerita è abbondante o le difese immunitarie basse, è più facile che il parassita si diffonda", dice ancora Andreoni. Per difendersi bisogna gestire con attenzione il rapporto uomo-animale. “Igienizzare le mani, lavare bene le verdure consumate crude e non mangiare carne cruda, aiuta a prevenire“. E chiosa: “in un mondo globalizzato e con tecniche diagnostiche sempre più avanzate, dobbiamo aspettarci che casi del genere accadano più di frequente“.
Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.