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Fase 2, in aumento i disturbi traumatici da stress nei bambini: ecco come si manifestano

Fase 2 Coronavirus, in aumento i casi di disturbo traumatico da stress nei bambini: ecco quando preoccuparsi

Fase 2, in aumento i disturbi traumatici da stress nei bambini: ecco come si manifestano
Fase 2, in aumento i casi di disturbo traumatico da stress nei bambini (Foto. google)

I disturbi post traumatici di da stress sono aumentati sensibilmente nei bambini dopo l’inizio della fase 2

Si stanno moltiplicando in questi ultimi giorni le diagnosi di disturbi da stress post traumatico soprattutto nei bambini, dopo il lockdown. In una intervista rilasciata al sito Direnl, la vicepresidente della Società italiana delle cure primarie pediatriche, Flavia Ceschin, ha evidenziato come il 98% dei pediatri abbia segnalato un incremento dei “comportamenti problematici nei bambini. Nel 20% dei casi e’ visibile in tutte le eta’, nel restante 80% solo in preadolescenti e adolescenti”. Questi dati sono emersi dalle attività ambulatoriali e da coloro che hanno risposto alle domande dei genitori preoccupati che hanno telefonato ai pediatri per segnalare comportamenti anomali da parte dei proprio figli.

Come si manifestano i comportamenti anomali

Secondo il racconto della dottoressa Ceschin, i genitori raccontano di comportamenti “impauriti o ‘appiccicosi’ di bambini che si manifestano con urla, rabbia repressa e aggressivita’ verso oggetti e persone “ma anche verso se’ stessi”. Sono stati segnalati anche casi di inappetenza, perdita di interesse per il gioco ma anche insonnia o risvegli notturni traumatici. Molti bambini sono tornati a dormire nel letto con i genitori per vincere la paura e l’ansia. Questi comportamenti anomali ripetuti si manifestano anche nei bambini più cresciuti. Ansia, emicrania, tristezza e minore autostima si sta anche riverberando sul rendimento scolastico.

I disturbi post traumatici da stress

Anche il passaggio dalla didattica in classe a quella online ha comportato qualche difficoltà. Anche quei ragazzi dall’ottimo rendimento in classe, hanno manifestato molte difficoltà nel lavoro al pc rifiutandosi spesso di fare i compi. Si tratta di una serie di comportamenti che vanno ricompresi nell’alveo dei disturbi post traumatici da stress. In questo momento, la cosa importante come ricorda la dottoressa Ceschin, è quella di “stimolare i genitori a non minimizzare” e sostenere un percorso di reinserimento sociale e di graduale ritorno alla normalità. L’enorme esposizione mediatica della problematica relativa alla diffusione del virus potrebbe aver contribuito nello scatenamento di questi disturbi.

Le possibili cause

Le cause di questi comportamento anomali da parte dei bambini potrebbero essere ricercate anche nell’assenza di contatto con i compagni o nella nuova metodologia di apprendimento attraverso lo smart working che non tutti i bambini hanno saputo metabolizzare e assimilare. Anche le difficoltà economiche della famiglia potrebbero aver scatenato un disagio all’interno della struttura psichica del minore, scatenando un forte senso di insicurezza e di instabilità. E’ importante che i genitori chiedano l’assistenza di figure qualificate per assecondare il percorso di reinserimento in questa fase 2 che dovrebbe preludere alla fine dell’emergenza.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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