In Veneto cresce l’allarme per la febbre del Nilo: i dettagli
Il Veneto è alle prese con una situazione che può rivelarsi potenzialmente pericolosa. Infatti, il virus della febbre del Nilo inizia a preoccupare a causa di una vera e propria invasione di zanzare infette. La situazione va monitorata passo dopo passo. In realtà il cosiddetto virus West Nile è stato riscontrato nel territorio già a partire dal 2008, ma è stato sempre tenuto sotto controllo grazie a trappole anti-zanzare e disinfestazioni periodiche. Provoca solo raramente sintomi di una certa entità, ma un cluster simile non può essere trascurato. Il cluster viene comunque intercettato grazie all’aiuto di apposite trappole che impediscono alle zanzare di far del male agli esseri umani.
Il precedente del 2018
Nel 2018, la cosiddetta Febbre del Nilo ha provocato 18 morti. Da quell’anno in poi, è stata gestita in maniera accurata, con un’analisi attenta delle sue cause. In base a vari studi, è stato scoperto che i primi portatori del virus sono gli uccelli selvatici, che hanno contagiato le zanzare per via sanguigna. Quindi, gli insetti hanno trasmesso il virus anche ad altre specie a causa del riscaldamento globale. Ed ecco che la condizione va tenuta sempre sotto monitoraggio.
I Sintomi
A partire dal 2018, il Veneto ha così evitato che il virus potesse proliferarsi con una certa facilità grazie all’ausilio di apposite trappole, unite a una disinfestazione ben radicata. Per fortuna, la Febbre presenta ben pochi sintomi nell’80% dei casi e può essere controllata a dovere. Solo due pazienti su dieci vengono coinvolti da emicrania, febbre, vomito e nausea, fino a dover fare i conti con alcune esplosioni cutanee. La patologia si aggrava nell’1% delle circostanze, con il rischio di subire convulsioni, paralisi temporanee o addirittura la morte. CONTINUA A LEGGERE…
Come si cura
Ad oggi, la Febbre del Nilo può essere curata mediante un’apposita terapia all’insegna di antidolorifici e iniezioni di liquidi in endovena. Per prevenire qualsiasi degenerazione, i cittadini veneti sono stati invitati dai rispettivi sindaci a scongiurare l’uso di qualsiasi larvicida biologico, oltre a evitare di lasciare acqua stagnante su balconi e terrazze. Secchi e bacinelle vanno svuotati a cadenza quotidiana e i sottovasi vanno capovolti con elevata frequenza, senza dimenticare i repellenti contro le zanzare.
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