
Che cos’è la fibrosi polmonare idiopatica?
Quando si parla di fibrosi polmonare idiopatica – secondo quanto riportato da “Ok-salute.it” – si fa riferimento ad un progressivo aumento del tessuto fibroso del polmone che, allo stato più avanzato, va a sostituire la maggior parte del tessuto funzionante, finendo per causare insufficienza respiratoria. In Italia si registrano circa 5-10 mila pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica: la difficoltà nel realizzare una stima si deve al fatto che molti pazienti che soffrono di questa malattia non vengono riconosciuti o, per errore, vengono confusi come affetti da altre patologie.
Fibrosi polmonare idiopatica, quali sono i sintomi?
Sergio Harari, direttore dell’unità operativa di Penumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano – intervenuto a “Fondazioneveronesi.it” – ha parlato della fibrosi polmonare idiopatica: “E’ la più frequente delle malattie respiratorie rare e può manifestarsi a qualsiasi età, anche se è più frequente dopo i 60 anni”. Il Dottor Harari, poi, ha evidenziato quali sono i principali sintomi della malattia: i più comuni sono sicuramente una tosse secca e stizzosa, una mancanza di fiato che si palesa in maniera progressiva – all’inizio manca il fiato quando si corre, mentre con il passare del tempo anche quando si cammina per pochi passi – a questi sintomi, poi si aggiungono anche un senso di stanchezza e di affaticamento.
Fibrosi polmonare idiopatica, quali sono le cause?
Stando a quanto riportato da “Ok-salute.it”, le cause della fibrosi polmonare non sono ancora ben note, ma ciò che si conosce, invece, sono i fattori di rischio. Tra questi, vi è sicuramente il fumo da sigaretta, l’esposizione a vari agenti inalanti, oltre che una predisposizione genetica.
Fibrosi polmonare idiopatica, la diagnosi
Riconoscere in modo precoce la fibrosi polmonare idiopatica è davvero molto importante perché – come si legge su “Ok-salute.it” – si tratta di una malattia grave, che peggiora nel corso del tempo. Per riconoscerla basta ricorrere ad una radiografia del torace ed è consigliabile che si sottopongano alla stessa i pazienti a rischio, quali ad esempio i fumatori sopra i 40 anni che presentano i sintomi ai quali abbiamo fatto riferimento in precedenza. Nel caso in cui vi siano dei sospetti diagnostici, dunque, il paziente viene sottoposto ad una Tac ad alta risoluzione. Altri esami più specifici, poi, si realizzano in un secondo momento nei centri specializzati al fine di completare la diagnosi, chiarendo lo stadio d’evoluzione della malattia.
Fibrosi polmonare idiopatica, la terapia
Secondo quanto si legge su “Ok-salute.it”, negli ultimi 5 anni la terapia della fibrosi polmonare idiopatica è stata radicalmente cambiata. La svolta è arrivata dopo la scoperta di due nuove molecole: queste ultime, infatti, hanno consentito di capire che la cura precedente – a base di cortisone e immunosoppressori – in realtà si rilevava dannosa. Il 50% dei pazienti che si ammalava di fibrosi polmonare idiopatica e che procedeva con la vecchia cura, infatti, moriva nell’arco di 4-5 anni. Oggi, invece, l’aspettativa di vita è notevolmente migliorata. I nuovi farmaci che si stanno utilizzando riescono a rallentare la malattia e, in alcuni casi, addirittura ad arrestarla. Inoltre, va sottolineato come si stiano studiando ulteriori nuove molecole che potrebbero modificare e migliorare ancora la terapia nei prossimi anni. In generale il consiglio per i pazienti più giovani che si trovano in lista d’attesa per un trapianto di polmone è quello di svolgere una buona attività fisica, sottoponendosi al tempo stesso a ossigenoterapia.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.