
In Francia sta suscitando sconcerto il clamoroso errore commesso dal Ministero della Salute nel calcolo dell’incidenza dei contagi
E’ a dir poco grottesco l’errore che per lungo tempo il Ministero della Salute francese ha commesso nella stima delle persone contagiate da Coronavirus nella nazionale transalpina. Secondo quanto sta emergendo in queste ore, per almeno 4 mesi, il ministero francese avrebbe sovrastimato almeno del 12% il tasso di incidenza dei contagi su 100 mila persone. Un errore che avrebbe anche causato misure troppo severe non giustificate dalla realtà. Da leggere anche Coronavirus, calano i contagi in tutta Italia: entro la fine di giugno molte regioni in zona bianca.
Le cause del clamoroso errore
In base ai calcoli riveduti e corretti, la media dei contagi inizialmente stimata in 15.000 casi giornalieri, si è abbassata a 11.900 casi. Ma cosa ha causato questo errore plateale? Secondo quanto sta emergendo dalla stampa francese, gli errori sarebbero stati causati da doppioni, cioè persone che si sottopongono a tampone antigenico e che, nel caso di esito positivo, si affrettano a fare un tampone molecolare come controprova. Ed ecco che, come per magia, il conteggio dei casi si alza drasticamente.
In alcune zone i dati sono stati amplificati del 20 per cento
Se questo effetto ha aumentato del 12% i casi in media, nel solo mese di marzo la variazione è stata del 17% in più. Addirittura, secondo quanto riportano le fonti di stampa francese, in determinate aree del paese l’incidenza dei doppioni è stata del 20%. Un numero di casi enormemente sovrastimato che ha destato indignazione e perplessità nell’opinione pubblica. Secondo quanto hanno spiegato le autorità sanitarie francesi, l’equivoco sarebbe nato dal fatto che questi test vengono inseriti in un database denominato SI-DEP. Col tempo questa procedura è diventata sempre più complessa e ha incluso i test PCR, i test antigenici, i test salivari, i test di screening. CONTINUA A LEGGERE..
L’errore causato dalla pseudonimizzazione
Per garantire la privacy delle persone testate, il sistema assegnava uno pseudonimo calcolato a partire dai propri dati personali. Una procedura che prende il nome di pseudonimizzazione. I dati pseudonimizzati venivano poi inviati al database del ministero per il calcolo dei tassi di incidenza. Proprio la pseudonimizzazione avrebbe causato questo inghippo, e tante persone sarebbero dunque state testate più volte. Il sistema così congegnato non ha consentito ai funzionari di identificare la presenza di duplicati. Il nuovo metodo di calcolo, riveduto e corretto, avrebbe rivisto le medie mostrando il 12% di media in meno del tasso di incidenza.
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