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Gatto morto per influenza aviaria, primo caso assoluto in Italia: cosa può succedere adesso?

Il gatto malato viveva a contatto con il pollame infetto di un piccolo allevamento familiare

Gatto morto per influenza aviaria, primo caso assoluto in Italia: cosa può succedere adesso?
Gatto - foto Pixabay

Gli esperti spiegano perché non sussistono rischi per gli animali che vivono in città o in appartamento

Un gatto positivo al virus dell’influenza aviaria è morto a causa della malattia in provincia di Bologna. Mai prima d’ora era stato registrato un caso analogo nel nostro paese. La Regione Emilia Romagna ha svelato ulteriori dettagli sull’accaduto in una nota ufficiale in cui è stato chiarito che il felino deceduto viveva a stretto contatto con il pollame di un piccolo allevamento familiare in Valsamoggia. Proprio l’allevamento era stato colpito in maniera diffusa da questa infezione e per questa ragione le autorità sanitarie avevano disposto la soppressione dei volatili.

La diagnosi

A diagnosticare la malattia del gatto era stata la sede di Forlì dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Una diagnosti che successivamente era stata confermata dal Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria. Adesso si sta provvedendo anche ad analizzare un secondo gatto che vive nella stessa abitazione e che sarà sottoposto a rigidi test da parte dall’Ausl di Bologna.

La tesi degli esperti

Anche se si tratta sostanzialmente del primo caso di un felino morto a causa dell’influenza aviaria, questo evento non deve destare allarme come ha avuto modo di spiegare in una intervista il professor Pierluigi Viale, ordinario di malattie infettive del dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna. Come ha avuto modo di spiegare l’esperto, questi animali sono predisposti a contrarre la ‘bird flu’. In Europa, fra l’altro, si sono già registrati diversi i casi registrati di gatti deceduti per l’influenza aviaria. Altri casi sono stati registrati anche oltreoceano, esattamente negli Usa e in Canada.

Cosa prevedono i protocolli?

Nonostante questo caso è stato attenzionato dalle autorità sanitarie, i protocolli vigenti non prevedono in ogni caso misure di controllo specifiche per i gatti positivi all’influenza aviaria. Gli scienziati hanno ribadito negli ultimi mesi che il rischio che i virus influenzali aviari possano adattarsi all’uomo è concreto ma rimane molto basso ed è legato ad uno stretto e prolungato contatto con volatili infetti. Anche se l’ipotesi di uno spillover è considerata tutt’altro che remota, al momento non vi sono elementi che devono destare allarme o che debbano giustificare una sorta di psicosi nei confronti degli animali da compagnia.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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