L’allarme è stato lanciato attraverso un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Science Translational Medicine”
In futuro i casi di “spillover”, cioè di salti di specie (da animale a uomo) da parte dei virus sarà sempre più frequente secondo gli scienziati. Anche i cambiamenti climatici e la crescente urbanizzazione stanno dando un contributo importante alla diffusione di nuovi microrganismi patogeni da una specie all’altra. Se in passato si pensava che queste infezioni valessero solo per gli animali selvatici o per il bestiame, adesso si ha la certezza che possono riguardare anche gli animali domestici.
Gli animali domestici rappresentano un rischio per le famiglie?
Secondo un articolo pubblicato su Science Translational Medicine, l’ecologista delle malattie Amandine Gamble e colleghi hanno messo in evidenza come gli animali da compagnia e i randagi del vicinato possano essere veicoli di spillover zoonotico diverso dagli animali selvatici e dal bestiame. Si tratta di animali che, secondo gli esperti, “possono svolgere un ruolo critico nello spillover zoonotico consentendo il mantenimento di un agente patogeno zoonotico, facilitando la sua diffusione spaziale, fungendo da ponte tra specie altrimenti non collegate o fornendo particolari opportunità per la sua evoluzione”. Si tratta di una denuncia forte che deve mettere in guardia le persone che hanno in casa un animale.
Gli esempi
Uno degli esempi più fulgidi è quello della Chlamydia psittaci. Si tratta di un batterio molto presente nei pappagalli domestici e che può contagiare anche gli esseri umani. Non sono da sottovalutare anche i rischi legati al pollame da cortile che rappresenta un ricettacolo di batteri pericolosi per l’uomo, tra i quali anche la temutissima Salmonella. E non va neanche dimenticato che in passato la peste si diffuse rapidamente anche attraverso i ratti e le loro pulci, ma i gatti possono un veicolo pericoloso nella catena di infezioni del batterio Yersinia pestis.
L’allarme lanciato dagli esperti
In tutto si stima che gli agenti patogeni degli animali da compagnia che possono rappresentare un pericolo per l’uomo sono una settantina circa. Per questa ragione gli esperti hanno lanciato l’allarme affinchè venga incrementata la diffusione di programmi di sorveglianza al fine di attenzionare i cambiamenti nelle dinamiche dei patogeni.
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