I primi segni di un infarto possono essere rilevati con 10 anni di anticipo: i risultati del nuovo studio

I primi segni di un infarto possono essere rilevati con 10 anni di anticipo grazie all'utilizzo dell'Intelligenza artificiale, è quanto dimostrato in uno studio.

Foto Pixabay.com
1 di 3

Guarda la versione integrale sul sito >

I primi segni di un infarto possono essere rilevati con 10 anni di anticipo

I primi segnali di un infarto, si verificano molto prima dei sintomi che portano le persona a sospettare un attacco di cuore, possono essere rilevati addirittura fino a 10 anni prima in anticipo. E' un algoritmo che sta cambiando il modo di prevedere il rischio di malattie cardiache assistito dall'intelligenza artificiale, in grado di rilevare sintomi che spesso sfuggono all'attenzione dei medici ma che possono predire un attacco cardiaco, un'insufficienza cardiaca o arresto cardiaco, anche in soggetti senza alcuna condizione coronarica apparente.

Lo studio

E' stato dimostrato che la tecnologia che analizza le immagini degli esami radiologici e i dati clinici relativi al rischio cardiovascolare (come diabete, abitudine al fumo, ipertensione e colesterolemia), può prevedere con precisione non solo le probabilità di futuri eventi cardiaci, ma anche di poter indicare quando questi eventi si sarebbero verificati, come si evince dai risultati dello studio appena pubblicati su The Lancet. Durante lo studio, il sistema di I.A. è stato testato in 8 ospedali del Regno Unito come parte dell'assistenza clinica di oltre 40mila pazienti sottoposti a un'angiografica coronarica coronarica con tomografia computerizzata (angio-TC coronarica). L'esame è stato eseguito come test di prima linea nei pazienti con dolore toracico. Durante il follow-up di 10 anni, i ricercatori hanno valutato se quegli stessi pazienti avevano manifestato eventi cardiaci maggiori come attacchi di cuore, insufficienza cardiaca o morte cardiaca, confrontando questi dati con le previsioni dell'intelligenza artificiale.


Guarda la versione integrale sul sito >

1 di 3
2 di 3

Guarda la versione integrale sul sito >

I primi segni di infarto visti con 10 anni di anticipo dall'IA

Dalla ricerca finanziata  dalla British Heart Foundation e sostenuto dal National institute for Healt and Care Research Oxford Biomedical REsearch Centre, è emerso che “mentre la minoranza delle persone con un significativo restringimento delle arterie coronarie alla TC iniziale aveva maggiori probabilità di avere eventi cardiaci gravi o di morte, due terzi di questi eventi cardiaci gravi si sono verificati tra coloro che non presentavano restringimenti significativi alla TC iniziale". E' ciò che hanno sostenuto, come riporta Fanpage.it., gli autori dello studio.

In termini assoluti si è trattato di “molte migliaia di pazienti" per i quali il sistema di intelligenza artificiale ha tuttavia fornito una previsione che “si è allineata bene" con gli eventi cardiaci registrati, basata sulla capacità della tecnologia di “rilevare il livello di infiammazione delle arterie coronariche e identificare cambiamenti nel tessuto adiposo attorno alle arterie che non sono visibili all'occhio umano", lo ha spiegato il dottor Kenneth Chan, ricercatore clinico presso l’Università di Oxford e primo autore dell’articolo – . “In questo modo possiamo identificare i pazienti con elevata infiammazione e a più alto rischio".

Guarda la versione integrale sul sito >

2 di 3
3 di 3

Guarda la versione integrale sul sito >

Cosa ha detto il dottor Bryan Williams

La capacità di rilevare e misurare anche impercettibili segni dell'infiammazione coronarica mostra un enorme potenziale nell'identificazione del rischio di malattie cardiache, così come evidenziato dai risultati di un ulteriore studio che ha previsto l'integrazione di questa tecnologia in altri 4 ospedali del Regno Unito: fornendo ai medici i punteggi di rischio calcolati dall'intelligenza artificiale per 744 pazienti, gli specialisti hanno effettuato una modifica del piano di trattamento nel 45% dei casi. Questo suggerisce che tale strumento può essere incredibilmente utile nel fornire un quadro più preciso del rischio cardiovascolare nei pazienti che manifestano dolori al petto ma non mostrano segni significativi di occlusione delle arterie coronarie, garantendo così l'identificazione precoce e il trattamento preventivo.

Il dottor Bryan Williams, direttore scientifico e medico della British Heart Foundation ha affermato: “Si tratta di uno strumento che offre ai medici uno sguardo sul futuro delle persone più a rischio di infarto, insufficienza cardiaca e morte cardiaca nel prossimo decennio. Progressi tecnologici come questo sono sempre più preziosi nel guidare le decisioni terapeutiche e nell'aiutare i medici a intervenire al momento giusto, così da evitare queste devastanti condizioni nei pazienti“.

Guarda la versione integrale sul sito >

3 di 3

 



Carmine Orlando

Classe 1971, da oltre un decennio svolgo il lavoro di redattore web. Ho collaborato con molti siti ed essendo una persona poliedrica mi sono occupato di svariati argomenti, dall'astrologia alla salute, dalla politica al fisco, dalla tv allo sport. Ma mi diletto anche nella stesura di articoli di terremoti, astronomia, cronaca, tecnologie e lotterie. Adoro scrivere ma anche leggere.