Ictus cerebrale, ogni anno in Italia 150mila persone colpite
Circa 150mila persone, ogni anno, vengono colpite in Italia da ictus cerebrale, terza causa di morte nel nostro Paese dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Statisticamente, quindi, una persona su 4 nel corso della propria vita sarà colpita da ictus: attualmente, in Italia, ci sono circa un milione di sopravvissuti, con conseguenze più o meno invalidanti.
I numeri sono in aumento
I numeri dell’ictus cerebrale, purtroppo, sono in crescita: questo, come riporta Vanityfair.it, perché si sta registrando un invecchiamento progressivo della popolazione. Aumentano, però, anche i sopravvissuti, grazie al miglioramento delle terapie disponibili. L’ictus è una condizione che si verifica quando il sangue ossigenato destinato a una porzione del cervello viene interrotto: di conseguenza, in assenza di ossigeno, le cellule cerebrali iniziano a morire nel giro di pochi minuti.
I sintomi
Conoscere l’ictus è fondamentale: serve a poterlo affrontare rapidamente, evitare la morte e rendere le conseguenze meno invalidanti. Ogni minuto, in caso di ictus, è prezioso: dopo l’ictus, infatti, vengono bruciati 32mila neuroni ogni secondo. Prima si interviene, quindi, migliori possono essere i risultati. I sintomi sono svariati e diversi in base alla sede e all’estensione dell’area del cervello: quelli che indicano chiaramente che potrebbe trattarsi di un ictus sono debolezza da un lato del corpo, bocca storta, difficoltà a comprendere o parlare, muovere con minor forza gli arti, vista sdoppiata o campo visivo ridotto, mal di testa violento e improvviso, insorgenza di uno stato confusionale, non riuscire a coordinare i movimenti o stare in equilibrio.
Come intervenire
Molto importante, in caso di ictus, è agire tempestivamente: alla comparsa di uno dei sintomi precedentemente elencati va quindi chiamato subito il 118 (o il 112 se nella propria Regione è attivo il numero unico di emergenza). Il soggetto colpito da trasportato al più presto in un ospedale, possibilmente dotato dei centri organizzati per il trattamento (Unità Neurovascolari). Solo in questo modo si può ridurre il rischio di mortalità ed evitare conseguenze invalidanti: la finestra ideale per intervenire è compresa tra le prime 4,5/6 ore.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.