Ictus e infarto, il rischio cala grazie al peperoncino: lo studio italiano
Il consume regolare di peperoncino riduce il rischio di mortalità cerebrovascolare (ictus e infarto): i risultati dello studio
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Ictus e infarto, il rischio cala grazie al peperoncino: lo studio
Il peperoncino, si sa, dà diversi benefici per l’organismo: spesso, però, queste proprietà benefiche sono associate a questo alimento sulla base di aneddoti o tradizioni. Solo da tempo la scienza ha dato una risposta in materia, concentrandosi – come si legge su Gqitalia.it – sulle virtù della capsaicina, il composto che gli conferisce la piccantezza.
I segreti della capsaicina
La capsaicina, secondo degli studi, migliora la funzione cardovascolare e la regolazione metabolica. Secondo altri ricercatori, inoltre, potrebbe essere efficace anche per combattere il dolore neuropatico, l’artrite, disturbi gastrointestinali e addirittura il cancro.
Lo studio sui benefici del peperoncino
Pochi studi, comunque, erano riusciti finora a dimostrare l’impatto del consumo regolare di peperoncini sulla salute: lo hanno fatto i ricercatori italiani del Mediterranean Neurological Institute, che hanno analizzato due studi svolti uno in Cina e l’altro negli USA.
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I numeri dello studio
Le due ricerche prese in considerazione segnalavano un minor rischio di mortalità negli individui che consumavano più peperoncini: per questo gli autori hanno provato a condurre l’indagine anche in Italia, prendendo in esame 22.811 cittadini del Molise, tutti sopra i 35 anni, partecipanti allo studio epidemiologico Moli-sani. I partecipanti sono stati seguiti per una media di 8,2 anni, sono state anche acquisite le informazioni sui 1.236 partecipanti morti durante lo studio.
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I risultato dello studio
I risultati dello studio sono abbastanza chiari: il consumo regolare, ovvero 4 o più volte alla settimana, è associato con un rischio inferiore del 23% di mortalità per tute le cause. In particolare, il rischio di morire di infarto diminuisce del 40% e la mortalità cerebrovascolare risulta più che dimezzata, indipendentemente dal tipo di alimentazione seguita. Lo studio è disponibile sul Journal of American College of Cardiology.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.
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