
Ictus, i problemi si amplificano in menopausa
Le donne rispetto agli uomini hanno un rischio di ammalarsi di ictus maggiore. Questo avviene soprattutto dopo i 65 anni. Disabilità, depressione, maggiore mortalità e demenza post-ictus rispetto all’uomo. Lo evidenzia l’ultimo rapporto sull’ictus in Italia. I fattori di rischio per l’ictus sono i seguenti, come spiegano gli esperti del settore: l’età, la pressione alta, il colesterolo, l’indice di massa corporea, il diabete, la familiarità. L’età è il maggior fattore di rischio per ictus, considerando anche che le donne vivono più a lungo degli uomini.
Il rischio aumenta dopo i 65 anni
Il rischio aumenta in maniera esponenziale dopo i 65 anni. La donna può contare sulla protezione degli ormoni fino a quando è in età fertile. Ma dopo la menopausa le cose cambiano radicalmente. Fino a una certa età l’ictus è più frequente negli uomini, dopo la menopausa invece la differenza tende ad attenuarsi e dopo gli 80 anni risultano le donne maggiormente colpite da questa patologia. La menopausa precoce , ovvero primadei 45 anni rappresenta un importante fattore di rischio. Attenzione anche alla pressione alta. I dati del National Health and Nutrition Examination Survey indicano che al di sotto di 45 anni è maggiore il numero degli uomini ipertesi rispetto alle donne, nella fascia 45- 64 anni non ci sono differenze di genere, mentre da 65 anni in poi le donne hanno una maggiore frequenza di ipertensione arteriosa rispetto agli uomini. È importante controllare regolarmente la pressione arteriosa perla nostra salute. Anche l’emicrania, specie quella con aura aumenta il rischio di ictus due volte rispetto a chi non ne soffre. In particolare il rischio di ictus ischemico è di 7-8 volte maggiore nelle donne che soffrono di emicrania con aura e fanno uso di contraccettivi estroprogestinici, di 9 volte se sono fumatrici e di 10 volte se oltre alla dipendenza dalle sigarette si fa anche uso di estroprogestinici.
L’ictus è la terza causa di morte per le donne
L’ictus secondo le statistiche è la quinta causa di morte per gli uomini, e la terza per le donne. Le proiezioni demografiche indicano che entro il 2030 circa il 20% della popolazione sarà costituito da over 65enni è possibile che ci sarà un numero superiore di donne colpite da ictus. Come indica il Rapporto Ictus Italia 2018, le donne non solo sono mediamente molto più anziane degli uomini quando subiscono un ictus, ma presentano già maggiori disabilità prima dell’evento che, di frequente risulta di maggiore gravità.
Le donne hanno meno probabilità di accedere ad un trattamento
Emerge anche un altro dato: le donne hanno fino al 30% in meno di probabilità di accedere alla trombolisi intravenosa, è il primo trattamento acuto dell’ictus ischemico. Si può ricorrere a questo trattamento solo se il paziente arriva entro le 4 ore e mezzo nelle strutture ospedaliere adeguatamente attrezzate. Si tratta dei centri specializzati per la cura dell’ictus. Questo dato è condizionato dalla maggiore probabilità delle donne di vivere a casa da sole, o di essere istituzionalizzate oppure di essere disabili al momento dell’ictus.
(Fonte: LaStampa)
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