
Una pericolosa mutazione del virus è stata rilevata in un paziente gravemente malato
La diffusione in corso dell’influenza aviaria negli Stati Uniti ha messo in allerta l’intera comunità scientifica mondiale, non solo per i rischi che può correre l’uomo ma anche per la presenza di casi di infezione che hanno riguardano animali domestici come i gatti. Un campione del virus che è stato prelevato da un paziente gravemente malato ha evidenziato segnali di una pericolosa mutazione per adattarsi meglio alle vie aeree umane. Questa scoperta si lega anche alla vicenda di un signore anziano residente in Lousiana che versa in condizioni critiche proprio a causa di una infezione da
H5N1.
Il report dei CDC
Un recent report diffuso dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha evidenziato come una piccola percentuale del virus presente nella gola del paziente presentava modifiche genetiche che potrebbero aumentare la capacità del virus di legarsi a determinati recettori cellulari presenti nel tratto respiratorio superiore umano. Si tratta di cambiamenti che, come ha rivelato lo stesso report dei Cdc, non sono presenti negli uccelli.
Le mutazioni non sono state rilevate in altri pazienti
Secondo le autorità sanitarie americane la replicazione di questo virus è avvenuta nel paziente con malattia avanzata anche se al momento non vi sarebbero evidenze su eventuali trasmissioni del ceppo mutato ad altre persone. Non si sa ancora se queste mutazioni possano rappresentare un rischio per il genere umano o se possano rendere l’infezione ancora più severa. La virologa dell’ Università del Saskatchewan in Canada, Angela Rasmussen, ha spiegato che mentre la mutazione potrebbe aiutare il virus a entrare più facilmente nelle cellule, non vi sarebbero ancora prove sufficienti per confermare qualsiasi effetto sulla trasmissibilità.
I casi diagnosticati
Il rischio paventato dagli scienziati è che tali adattamenti potrebbero in realtà causare infezioni più lievi coinvolgendo le cellule del tratto respiratorio superiore, causando sintomi come naso che cola o mal di gola, piuttosto che colpire il tratto respiratorio inferiore causando polmoniti. Al momento i casi di influenza aviaria diagnosticati tra gli esseri umani sono complessivamente 65, ma si teme l’infezione possa diffondersi più rapidamente nei prossimi mesi soprattutto tra coloro che lavorano
nel settore lattiero-caseario e avicolo.
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