La crescita esponenziale dei contagi sta preoccupando anche il consulente scientifico Guido Rasi
Guido Rasi, microbiologo e consulente scientifico del commissario Figliuolo, intervistato nella trasmissione di Lucia Annunziata “Mezz’ora in più” su Rai 3, ha manifestato la propria preoccupazione per la crescita esponenziale dei contagi e della conseguenziale pressione sugli ospedali. In questa occasione ha espresso pertanto il rischio, sempre più imminente, della zona arancione. In alcune sue dichiarazioni, sull’emergenza Covid, esternate durante la trasmissione, il tecnico non solo ha espresso il tanto temuto avvicinamento alla zona di allerta ma ha anche ribadito la necessità di proseguire con le terze dosi. Infatti, a detta del microbiologo, sebbene la campagna vaccinale stia procedendo bene, la vaccinazione si sta inevitabilmente trasformando in una corsa contro il tempo. Da leggere anche Contagi in Sicilia, si teme una nuova ondata che potrebbe mettere in crisi l’assistenza sanitaria.
L’ipotesi della mancata copertura vaccinale
A questo proposito, Rasi ha manifestato il suo timore sulla variante omicron, sempre più diffusa anche sul nostro territorio, la quale, se non dovesse rispondere ai vaccini, potrebbe provocare un cambiamento sull’intero scenario pandemico. Infatti se dovesse divenire l’unica variante a circolare e, al tempo stesso, bucare i vaccini, anche il green pass, attualmente in vigore, non sarebbe più valido e potrebbe non bastare più. A detta del tecnico infatti, attualmente il certificato verde serve a certificare “lo status di una persona” consentendo di calcolare il rischio di infettare, ma diventerebbe inutile se “la variante omicron bucasse completamente il vaccino” infatti, in una situazione del genere, ci si troverebbe a dover affrontare “praticamente un altro virus” e, a tal proposito, sempre Rasi ha introdotto il concetto di pandemia b.
L’importanza del sequenziamento
Guido Rasi ha espresso anche delle precisazioni sul sequenziamento del virus auspicandone un aumento. Infatti, secondo l’esperto, questa attività sarebbe fondamentale per capire quale tipo di variante si abbia di fronte. A detta dell’esperto i dati attuali sono troppo scarni e vengono per di più raccolti con troppa lentezza, ciò a causa della partecipazione di soli 70 laboratori messi a disposizione sulla piattaforma dell’Istituto Superiore di Sanità, a fronte di 60 milioni di italiani. Sulla base di questi dati Rasi, infine, sostiene che conoscere in ritardo la portata dell’andamento del virus inciderebbe negativamente sulle decisioni importanti da prendere per contrastare la pandemia. CONTINUA A LEGGERE..
Si attende la riunione del 23 dicembre
Nel frattempo si resta in attesa della riunione prevista per il 23 dicembre a Palazzo Chigi, presieduta dal premier Draghi, per analizzare la curva dei contagi e predisporre, eventuali ed ulteriori, misure antiCovid. Ci si attendono nuove misure restrittive che potrebbero riguardare soprattutto (ma non solo) le persone ancora non vaccinate.
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