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Il Parlamento dice “no” ai tamponi nelle parafarmacie: i dettagli

Tamponi nelle parafarmacie, l'emendamento non è passato per pochi voti

Il Parlamento dice “no” ai tamponi nelle parafarmacie: i dettagli
Parafarmacia (foto: ANSA)

E’ stato respinto l’emendamento per consentire i tamponi nelle parafarmacie

No ai tamponi in parafarmacia: la proposta di emendamento al decreto Covid presentata da Gianluca Castaldi, appartenente al Movimento 5 Stelle, è stata bocciata dal Parlamento. Una decisione in netto contrasto con le aspettative quella del 12 gennaio, visti i riscontri positivi dei giorni scorsi da parte del senatore Nazario Pagano, relatore del provvedimento, e del Governo. Almeno per il momento, farmacie e laboratori analisi rimarranno canali privilegiati per l’esecuzione delle diagnosi rapide. Da leggere anche Coronavirus, Cartabellotta: “Molte regioni in zona rossa entro fine mese”

No ai tamponi nelle parafarmacie

L’emendamento non è passato per uno scarto minimo di voti: 11 a favore della modifica e 13 contrari. In tale frangente Italia Viva e centro-destra hanno fatto fronte comune e, in maniera compatta, hanno bloccato sul nascere ogni tentativo di cambiamento della normativa. I membri di entrambi gli schieramenti, infatti, non hanno nascosto i loro dubbi sull’opportunità di estendere le diagnosi rapide alle parafarmacie, in quanto nella quasi totalità dei casi queste non fanno parte del SSN. In base alle dichiarazioni, il vero problema risiederebbe nelle fasi di tracciamento e di certificazione, per ora di competenza esclusiva di chi utilizza i database d’accesso alle tessere sanitarie.

Test covid solo in farmacia o in laboratorio

Nonostante le motivazioni di centro-destra e Italia Viva, c’è chi continua a nutrire qualche perplessità sulle scelte del Parlamento e non condivide il risultato della votazione. Spiccano due obiezioni in particolare: una in merito al titolo di studio dei para-farmacisti, in quanto laureati nel settore sanitario e aventi le carte in regola per effettuare diagnosi rapide. L’altra riguarda le ore interminabili di attesa prima del tampone (quando non sia attivo un sistema di prenotazioni) e la tutela del cittadino, il più delle volte costretto a stare in piedi al di fuori della struttura e in mezzo a tante altre persone. Il tutto si traduce in perdite di tempo, condizioni sfavorevoli e un rischio maggiore di esposizione al virus. CONTINUA A LEGGERE…

Una battaglia che andrà avanti

Castaldi annuncia di voler proseguire su questa linea. Data l’impennata dei contagi dovuta al dilagare della mutazione Omicron, ritiene indispensabile ampliare i canali di accesso ai tamponi antigenici, nel più breve tempo possibile. A suo parere, l’efficienza delle fasi di screening dipende non solo dalla rapidità della prestazione in sé, ma anche dalle attese, dalle precauzioni adottate per contrastare i contagi e dai prezzi al pubblico, ad oggi non ancora calmierati presso tutte le farmacie d’Italia.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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