
La risposta secca di Crisanti a Draghi durante la trasmissione “Otto e mezzo”
Andrea Crisanti gela tutti: “il Green Pass non è misura di sanità pubblica”. La terza dose presenta dei limiti, soprattutto sulla variante Omicron. L’intervento del virologo Andrea Crisanti al programma Otto e Mezzo, condotto dalla giornalista Lilli Gruber e trasmesso su La7 il 22 dicembre 2021, ha gelato tutti. Ammettendo di non aver seguito per intero la conferenza stampa di fine anno del premier Mario Draghi, il professore ha ribadito un concetto che è ormai diventato da diverso tempo il suo cavallo di battaglia: è dannoso basare la lotta contro il Coronavirus su una misura politica e amministrativa come quella del certificato verde. Da leggere anche Super Green Pass, verrà ridotta la durata: si va verso le mascherine all’aperto
I vaccini non sarebbero sufficienti per fermare la pandemia
Il Green Pass quindi non è da intendersi come una garanzia assoluta. I vaccini da soli non bastano e lo testimoniano i 36 mila casi di positività evidenziati dal bollettino di ieri. Secondo Crisanti, la soluzione è alla portata di tutti: indossare la mascherina Ffp2 per 2-3 settimane di fila sui trasporti pubblici, al teatro, al cinema e nei locali, non escludendo la possibilità di metterla anche nelle aree all’aperto. Il virologo aggiunge che bisognerebbe rivedere le capienze massime dei ristoranti e delle discoteche, al fine di contenere la trasmissione del virus.
Variante Omicron e vaccini: cosa ci si deve aspettare?
In merito alla nuova variante Omicron e all’efficacia dei vaccini, Andrea Crisanti spiega che potrebbe esserci una quarta dose anche in Italia, su modello di Israele. I dati che giungono dallo Stato ebraico di certo non sono confortanti, in quanto dimostrano che il booster ha una durata limitata (6-7 mesi più o meno). Precisa però che i vaccini di Israele sono tutti Pfizer, mentre nel nostro Paese possiamo contare su più combinazioni. Il virologo aggiunge che il vero problema, adesso, è la variante Omicron che è molto diversa dalle precedenti, perché più aggressiva e di facile trasmissione. Per tale motivo potrebbe creare non pochi problemi al vaccino. CONTINUA A LEGGERE..
Ciò che preoccupa gli scienziati
Chi ha già fatto la terza dose sviluppa una sintomatologia meno grave, ma inevitabilmente espone i fragili e i non vaccinati a un rischio maggiore: quella barriera protettiva efficace solo per la variante Beta e Delta, viene invece a mancare con Omicron, il che diventa motivo di grande preoccupazione.
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