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Il virus dell’herpes può sconfiggere il cancro? I sorprendenti risultati di uno studio

Il virus dell'herpes potrebbe essere in grado di sconfiggere il cancro: è quanto dimostrano i risultati di uno studio

Il virus dell’herpes può sconfiggere il cancro? I sorprendenti risultati di uno studio
Il virus dell'herpes può sconfiggere il cancro? I sorprendenti risultati di uno studio - Foto Pixabay

Il virus dell’herpes può sconfiggere il cancro

Strano ma vero: il virus dell’herpes può sconfiggere il cancro. È quanto suggerisce uno studio proveniente dal Regno Unito, secondo il quale sarebbe disponibile un nuovo tipo di terapia contro i tumori che si avvarrebbe di una forma indebolita del virus dell’herpes labiale, ovvero l’herpes simplex, per infettare e distruggere le cellule dannose: i risultati dei primi test, riporta la Bbc, sono molto promettenti.

Il cancro è totalmente scomparso in un soggetto

I primi test sull’uomo, come si legge su Open.online, hanno portato alla scomparsa del cancro in un soggetto, mentre altri hanno visto i loro tumori ridursi. Krzystof Wojkowski è uno dei partecipanti alla ricerca condotta dall’Institute of Cancer Research del Royal Marsden NSH Foundation Trustm: all’uomo era stato diagnosticato un cancro alle ghiandole salivati nel 2017. Un breve ciclo di terapia del virus, a base di iniezioni ogni due settimane, a quanto pare ha eliminato il suo cancro.

Come agisce la terapia

Le iniezioni vengono praticate direttamente nel tumore e agiscono in due modi: invadendo le cellule cancerose e facendole scoppiare, ma anche attivando il sistema immunitario. Il trattamento è stato provato da circa 40 pazienti. Ad alcuni è stata somministrata l’iniezione del virus, chiamata RP2, da sola; altri hanno anche ricevuto un farmaco antitumorale, chiamato nivolumab.

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I risultati del test

Stando ai risultati, 3 pazienti su 9 trattati solo con RP2, tra cui Krzysztof, hanno visto i loro tumori ridursi. Benefici sono stati osservati anche in altri 7 pazienti su 30 che avevano ricevuto un trattamento combinato. Gli effetti collaterali sono stati generalmente lievi: tra questi la stanchezza. Come spiegato dal professor Kevin Harrington, a capo della ricerca, “è raro vedere tassi di risposta così buoni negli studi clinici in fase iniziale”.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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