Cresce la preoccupazione tra gli scienziati dopo i due casi di mutazione del virus registrati in Cambogia: gli scenari possibili
L’influenza aviaria H5N1 sta davvero mutando e potrebbe mettere a rischio l’intera umanità? Negli ultimi mesi questa preoccupazione si è fatta sempre più forte nell’ambito della comunità scientifica. Un segnale preoccupante è arrivato dalla Cambogia, dove una giovane studentessa è deceduta dopo aver contratto il virus H5N1. Un caso molto raro al mondo in cui il virus, che normalmente si trasmette da animale e animale, è riuscito ad infettare le cellule umane.
L’allarme nell’ambito della comunità scientifica
Secondo gli scienziati quello che è successo in Cambogia dimostrerebbe come la situazione si sta evolvendo e dovrebbe «essere trattata con la massima attenzione». Il temuto virus, avendo già «attraversato» il corpo di un essere umano, sta dimostrando di avere la capacità di mutare e di adattarsi anche alle cellule umane. Già qualche giorno fa, il virologo dell’Ospedale San Martino, Matteo Bassetti, aveva paventato proprio il rischio che questo potesse succedere a breve causando una nuova pandemia mortale.
La prima vittima accertata
Al momento gli unici due casi di mutazione “umana” del virus H5N1 sono stati scoperti in Cambogia e si sono verificati nell’ambito dello stesso nucleo familiare facendo anche una vittima: una giovane bambina di 11 anni. Di fatto è la prima vittima accertata. Ad allarmare ancora di più sono le crescenti segnalazioni di casi nei mammiferi che sono stati registrati negli ultimi mesi e che dimostrano come il virus sta cercando di adattarsi anche al di fuori del proprio ambito. CONTINUA A LEGGERE…
La tesi degli esperti
Le caratteristiche dell’influenza aviaria sono state illustrate dall’esperta Sylvie Briand (attuale direttrice della Preparazione e prevenzione di epidemie e pandemie dell’Oms) nel cors di una conferenza stampa che si è svolta la scorsa settimana. «L’influenza H5N1 – ha spiegato la dottoressa Brand – è una grave malattia respiratoria, con una serie di sintomi osservati da lievi a fatali». La direttrice ha anche spiegato che il tasso di mortalità che è stato registrato sarebbe superiore al 50%. Ecco perchè, se si dovesse registrare il temuto “spillover”, potremmo trovarci di fronte ad una pandemia in grado di decimare la popolazione mondiale. Ecco perchè l’Oms sta tenendo alta la guardia, monitorando la situazione con grande attenzione.
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