In Italia arriva l’Hantavirus, la “febbre del topo”: ecco cos’è e cosa sta succedendo
L’Italia sta pian piano uscendo dall’incubo coronavirus, grazie alla campagna di vaccinazione di massa e alla grande (enorme) pazienza del popolo. Dal Nord però arriva la notizia di un nuovo virus che sta preoccupando i residenti: si tratta dell’Hantavirus, come riportato dal quotidiano Il Piccolo, noto anche come “febbre del topo“. Nelle scorse ore infatti un cittadino sloveno, che lavora al confine con il Friuli-Venezia Giulia, si è presentato al Pronto Soccorso di Gorizia con evidenti sintomatologie legate a questa patologia (già 213 persone contagiate in Slovenia). IL MINISTRO DELLA SALUTE ROBERTO SPERANZA NON É VACCINATO CONTRO IL COVID-19
I sintomi e come si può contrarre
L’Hantavirus si sviluppa dopo essere entrato in contatto diretto con feci, saliva, urine di roditori infetti o per inalazione dei virus attraverso escrementi di roditori (da stabilire dunque come sia stato possibile che oltre 200 persone in Slovenia, comunque già guarite o non in pericolo di vita, l’abbiano contratto). Le malattie da Hantavirus, fanno sapere gli esperti del Ministero della Salute a tg24.sky.it, possono essere caratterizzate da coinvolgimento renale ed emorragie, oppure ancora da una sindrome polmonare, con sintomi simili a quelli del Covid-19. Si tratta di malattie acute (e da non sottovalutare se si presentano i sintomi) in cui l’endotelio vascolare viene danneggiato con conseguente aumento della permeabilità vascolare, ipotensione, manifestazioni emorragiche e shock. COVID-19, IL VACCINO TEDESCO CUREVAC NON SUPERA I TEST: ECCO COSA SUCCEDE
L’Hantavirus in Europa
In Europa sono noti due hantavirus – i virus Puumala e Dobrava-Belgrado virus- che causano febbre emorragica con sindrome renale. Il virus Puumala di solito provoca una malattia generalmente lieve, nefropatia epidemica, si presenta tipicamente con febbre, mal di testa, sintomi gastrointestinali, compromissione della funzionalità renale e visione offuscata. Le infezioni da Dobrava sono simili, tranne per il fatto che spesso presentano anche complicanze emorragiche. Il virus Puumala è trasportato dai roditori come ospite, l’arvicola (Clethrionomys glareolus), ed è presente in gran parte dell’Europa, ad eccezione della regione mediterranea. Esistono quattro genotipi noti del virus Dobrava, ciascuno trasportato da una diversa specie di roditori. Il genotipo Dobrava si trova nel topo dal collo giallo (Apodemus flavicollis); genotipi Saaremaa e Kurkino nel topo di campo a strisce (Apodemus agrarius) e genotipo Sochi nel topo di campo del Mar Nero (Apodemus ponticus). ITALIA IN ZONA BIANCA TRANNE UNA REGIONE: ECCO QUALE
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Coronavirus, Green Pass ufficiale: si parte l’1 luglio, ecco come funzionerà
Tra pochi giorni nascerà ufficialmente il Green Pass europeo: nelle scorse ore, infatti, i presidenti delle istituzioni dell’Unione europea, ovvero David Sassoli per il Parlamento, Ursula von der Leyen per la Commissione e Antonio Costa per il Consiglio UE, hanno firmato a Bruxelles il regolamento che istituisce il certificato Covid digitale UE: si partirà, come riporta Adnkronos.com, dal prossimo primo luglio.
Si torna a viaggiare liberamente
Il Green Pass permetterà, di fatto, di viaggiare liberamente all’interno dell’Unione europea: il possesso del certificato, infatti, darà la possibilità di evitare di essere sottoposti a test e/o quarantene quando viaggiamo all’interno dell’Unione, ripristinando così – almeno parzialmente – la libertà di circolazione tra gli Stati membri. Il Green Pass sarà un diritto per tutti i cittadini dell’Unione europea che abbiano i requisiti: chi è stato vaccinato, chi è guarito dal Coronavirus o chi risulta negativo al tampone.
Le autorità nazionali rilasceranno il Green Pass
A rilasciare, gratuitamente, il Green Pass (in formato digitale o cartaceo) saranno le autorità nazionali: il certificato riporterà un codice Qr che consentirà di verificarne l’autenticità in tutta Europa. Entro prossime 6 settimane saranno “convertiti” i certificati già emessi da Stati o Regioni e resi compatibili con il modello dell’Unione europea: gli Stati membri avevano chiesto più tempo, ma il Parlamento ha spinto per abbreviare il periodo di “transizione”. L’utilizzo del Green Pass, in realtà, potrà variare da Stato a Stato.
Green Pass, ecco come funzionerà per i vaccinati
Partiamo dai vaccinati: il Green Pass sarà valido a partire da quattordici giorni dopo l’ultima dose di vaccino, sarà così possibile evitare test/tamponi e quarantene in viaggio. Stesso discorso per le persone che sono guarite e hanno ricevuto una sola dose di vaccino, ritenuta sufficiente per essere protetti dalla malattia. I Paesi possono rilasciare il Pass anche dopo la prima dose di vaccino, ma allo stesso modo altri Paesi possono non riconoscerlo (e quindi chiedere un test).
Green Pass, ecco come funzionerà per guariti e non vaccinati
Per quanto riguarda i guariti, si è esentati da test e/o quarantene nei 180 giorni successivi al tampone positivo (il certificato vale a partire dall’undicesimo giorno dopo il test: è lì che termina il periodo di contagiosità). Per chi non è vaccinato né guarito sarà necessario il test: il Green Pass lo certificherà e sarà conosciuto anche all’estero; in questo caso i test Pcr o molecolari hanno 72 ore di validità, quelli rapidi antigenici 48 ore.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.