Antonio Rossi è riuscito a superare un infarto
Antonio Rossi è stato campione olimpico di canoa che è riuscito a superare un infarto, imparando a gestire il rischio di un secondo attacco. Le sue parole: “Non avrei mai immaginato, da sportivo e a soli 52 anni, di dover affrontare un attacco di cuore. Come atleta, ho sempre creduto che il mio cuore fosse in perfetta forma eppure, in quel momento, ho realizzato la sottile differenza che esiste tra un ‘Quore’ e un ‘Cuore’“.
Antonio Rossi testimonial e il racconto dell’infarto
Il campione olimpico di canoa Antonio Rossi è testimonial della campagna lanciata da Novartis per prevenire i rischi cardiovascolari, presentata oggi, martedì 24 settembre 2024 al Policlinico di Milano. “Dal punto di vista della salute del cuore, in passato sono stato ‘un campione di errori’. Ora – spiega Antonio Rossi – ho capito quanto sia importante, non solo allenare il corpo, ma anche prendere tutte le terapie e controllare con costanza i valori di colesterolo”.
Il 18 luglio 2021 Antonio Rossi ha avuto un infarto durante la Gran Fondo Pinarello a Conegliano. “Alcuni giorni prima – racconta – avevo fatto una traversata di tre chilometri a nuoto ed ero arrivato molto affaticato, è stato un primo segnale che non ho ascoltato. Una settimana dopo, mentre facevo una gara di bici vicino Treviso, ho sentito un malore dopo aver bevuto acqua: credevo fosse una congestione non pensavo al cuore; poi il formicolio al braccio sinistro, ma pensai che in bici può capitare. Dopo pochi metri – ricorda – ho iniziato a sentire che le gambe non giravano, mi mancava l’aria. Ma mi scocciava dire che mi stavo ritirando dalla gara. Quindi, da incosciente, ho aspettato un paio di ore prima di chiamare l’ambulanza: quando è arrivata mi hanno detto che avevo un infarto in corso. Sono stato operato il giorno dopo al Sant’Anna di Como”.
La seconda vita di Antonio Rossi
Da quell’evento che fortunatamente lo ha visto sopravvivere, per Antonio Rossi è iniziata la sua seconda vita. “Prima mi sentivo invincibile. Dopo ho iniziato ad avere paura di non poter più fare sport, quindi ho diminuito gli allenamenti, aumentato la sedentarietà. Quando sono andato a misurare il colesterolo era altissimo, così ho scoperto di avere una predisposizione ereditaria“. A ‘ bacchettarlo’ sono stati i medici del Centro di Riferimento cardiologico: “Mi hanno insegnato a seguire le terapie e monitorando i livelli di colesterolo per prevenire un secondo attacco. Sono controlli facili ma spesso sottovalutati, che ho raccomandato ai miei fratelli di fare, visto che condividiamo il profilo genetico. Poi ho ricominciato ad allenarmi e a mangiare sano, riducendo i grassi saturi“.
La principale causa di morte nel mondo
Costituiscono la principale causa di morte nel mondo, ci si riferisce alle patologie cardiovascolari e ad essere particolarmente a rischio sono le persone che hanno già avuto un infarto o un ictus oltre a chi ha già casi in famiglia. Il ruolo dei centri cardiologici è cruciale. Stefano Carugo, Direttore del Dipartimento Area Cardio-Toraco Vascolare del Policlinico di Milano spiega “Le terapie oggi disponibili, permettono di prevenire circa l’80% degli eventi cardiovascolari, ma è fondamentale promuovere iniziative di sensibilizzazione e controlli nei centri cardiologici con percorsi strutturati e personalizzati, indispensabili per ridurre il rischio di eventi avversi“.
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