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Infarto, come riconoscerlo e prevenirlo

Intervista al Prof. Michele Gulizia – Direttore Cardiologia Ospedale "Garibaldi-Nesima" e Presidente della "Fondazione Per il Tuo cuore"

Infarto, come riconoscerlo e prevenirlo
Infarto, come riconoscerlo e prevenirlo - Foto Pagine Mediche

Infarto, come riconoscerlo e prevenirlo: l’intervista all’esperto

L’infarto, noto anche come attacco cardiaco, è uno dei più pericolosi” incidenti” in cui l’essere umano può incappare superata una certa età. Più comune in soggetti over 60, ma con casi possibili anche nelle fasce di età inferiori, l’infarto è il più delle volte imprevedibile e fulminante, una vera necrosi del tessuto muscolare cardiaco che può portare anche alla morte. Ma cosa si può fare per riconoscerlo e intervenire prontamente, oltre che ridurre le possibilità di subirlo? A chiarire tutto, intervistato da Benedetta De Mattei per il sito CentroMeteoItaliano.it, ci pensa il dottor Michele Gulizia, Direttore del reparto Cardiologia presso l’Ospedale “Garibaldi-Nesima” di Catania e Presidente della “Fondazione Per il Tuo cuore”.

Professore cosa è esattamente l’infarto?

“L’infarto non è altro che la morte di una serie, più o meno estesa, di cellule del cuore. Avviene quando una delle arterie che irrorano il cuore (coronarie) si ostruisce con un trombo e resta chiusa, decretando in tal modo la morte cellulare della zona colpita. L’arteria, quando si chiude parzialmente, può anche essere riaperta, ma ciò non significa che tutte le cellule ricominceranno a vivere. Alcune di queste saranno irrimediabilmente morte, altre fortemente stordite dalla mancanza di ossigeno, ma col tempo e una corretta terapia che tendi a ristabilire la circolazione sanguigna potranno riprendersi”.

Quale è il primo sintomo?

“Il sintomo principale è il dolore al petto, che insorge in maniera ingravescente, man mano che si compie uno sforzo, ma a volte anche improvvisamente. Questo dolore può tuttavia anche iniziare dallo stomaco, irradiarsi a una o entrambe le braccia, dietro lo sterno o ai denti. Quando una persona accusa questo tipo di dolore, soprattutto se associato a senso di angoscia e sudorazione, deve pensare ad un probabile infarto miocardico per cui deve immediatamente chiamare il 112, nuovo numero unico di emergenza, che provvederà alle prime cure del caso e al trasporto urgente in ospedale. La tempestività è infatti la prima cura per l’infarto, poiché agire nell’immediato salva molto del muscolo cardiaco e può salvare la vita”.

“Attenzione ai soggetti diabetici in cui il dolore può non essere presente poiché la malattia, come un tarlo, rosicchia i nervi attorno alle cellule muscolari cardiache, per cui lo stimolo doloroso non arriva al cervello e il soggetto può non avvertire il dolore”.

Quali sono i fattori di rischio e come prevenire un attacco di cuore?

“Le malattie cardiovascolari rappresentano circa il 40 % di tutte le morti in Italia e nella fascia di età tra 35 e 75 anni, colpiscono il 51% degli uomini e il 37% delle donne.Vi sono dei fattori di rischio non modificabili come l’età, il sesso e la familiarità.  Esistono però delle importanti condizioni modificabili che aumentano notevolmente il rischio cardiovascolare, come ad esempio: l’ipercolesterolemia, l’ipertensione arteriosa, la glicemia elevata (diabete), il fumo di sigaretta, la sedentarietà, l’obesità e una cattiva alimentazione ricca in grassi e cibi salati”.

“Anche le bevande energizzanti, se consumate in modo eccessivo, rappresentano un serio pericolo per il nostro cuore. In ogni lattina si trovano dosi di caffeina da 2 a 4 volte superiori a quelle di una tazzina di caffè e il mix di queste sostanze se assunto in modo eccessivo può portare ad aritmie e favorire uno spasmo coronarico nei soggetti inizialmente malati o predisposti”.

“La prevenzione cardiovascolare, effettuata attraverso semplici screening e corretti stili di vita, è importantissima e in molti casi può salvare una vita poiché permette il riconoscimento precoce di cardiopatie misconosciute, come la fibrillazione atriale o quelle a ereditarietà genetica, come la S. di Brugada e la S. del QT-lungo (per citare le più frequenti) che possono provocare una morte cardiaca improvvisa”.

Quali sono le principali analisi del sangue per valutare la salute del nostro cuore?

“Glicemia a digiuno, emoglobina glicata (nei diabetici), creatinina, elettroliti, transaminasi e lipidi (colesterolo totale, LDL, HLD, trigliceridi)”.

(Intervista a cura di Benedetta De Mattei)

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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