Influenza aviaria, boom di casi e autorità sanitarie che chiudono tutto: ecco dove sta accadendo
Sebbene il rischio di contagio per la salute pubblica è molto basso il governo britannico ha deciso di adottare delle contromisure ferree per evitare la diffusione del virus
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Ecco le dure contromisure adottate dal governo britannico per fronteggiare l'emergenza negli allevamenti
Sono ore di apprensione nel Regno Unito dopo l'allarme lanciato dagli allevatori e dagli scienziati per via della rapida diffusione dell'influenza aviaria all'interno dei pollai. Solo nell'ultimo anno il numero dei contagi registrati è stato di diverse centinaia di unità, per questo motivo le autorità britanniche hanno deciso di tenere i volatili chiusi in gabbia a partire dal prossimo 7 novembre.
Quasi 50 milioni gli esemplari già abbattuti
Una decisione che è stata presa dal Dipartimento per l'Ambiente e dall'Agenzia per la Salute degli animali e delle piante per arginare la diffusione dell'influenza aviaria che ha già comportato in Europa l'abbattimento di 50 milioni di esemplari facendo segnare la peggiore epidemia di sempre. Le regioni che maggiormente sono stati colpiti da questa influenza sono Suffolk, Norfolk e Essex, dove sono stati quasi una quindicina i focolai diagnosticati negli allevamenti.
Le contromisure imposte dalle autorità sanitarie
Il governo inglese ha applicato un vero e proprio giro di vite a partire dal 17 ottobre istituendo l'Avian Influenza Prevention Zone, una sorta di zona off limits che impone regole severe all'interno degli allevamenti, costringendo gli allevatori a cambiare abbigliamento prima di entrare all'interno dei recinti e di adottare misure severe anche per quanto riguarda la disinfestazione limitando l'ingresso solo al personale aziendale. Una situazione che rischia di creare notevoli disagi all’intero settore avicolo proprio quando ormai mancano soltanto poche settimane al Natale. Il rischio che possa verificarsi una limitazione eccessiva nella produzione dei tacchini potrebbe indurre gli inglesi a dover cambiare le proprie abitudini alimentari in vista dell'arrivo del Natale,mettendo in ginocchio tutto il settore delle carni avicole. CONTINUA A LEGGERE…
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I rischi per l'uomo sono molto bassi
Come hanno spiegato le autorità sanitarie britanniche, il rischio di contagio per la salute pubblica è molto basso mentre il consumo degli stessi prodotti derivati dal pollame non è a rischio se il prodotto viene cotto in maniera corretta. Quello che appare ormai certo è che il Vecchio Continente sta affrontando la più grande epidemia di influenza aviaria mai vista prima, con quasi 2500 focolai è una cinquantina di milioni di uccelli abbattuti. La situazione non è di certo rosea neanche in Italia che al momento è il secondo paese in Europa per numero di focolai dopo la Francia.
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