Influenza aviaria, gli esperti fanno una agghiacciante scoperta: "Si annida facilmente nel cervello...."
Gli esperti sono preoccupati per la capacità di questo virus di causare gravissimi effetti neurologici nei furetti impiegati come modello animale durante lo studio
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Un gruppo di studiosi ha analizzato il nuovo ceppo virale traendo delle conclusioni allarmanti
Il nuovo ceppo virale dell'influenza aviaria è stato passato al setaccio da un gruppo di ricercatori che ne analizzato le caratteristiche e la capacità di mutare. Negli ultimi mesi si è parlato molto di influenza aviaria proprio per la sua capacità di contagiare tanti volatili negli Stati Uniti e anche in Europa, dove alcuni focolai molto preoccupanti sono scoppiati in alcuni allevamenti spagnoli. Anche in Italia abbiamo dovuto fare i conti con una epidemia che ha fatto strage di gabbiani soprattutto sul lago di Garda. Un gruppo di studiosi del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis (Stati Uniti) ha analizzato il ceppo virale approdato in Nord America nel 2021, identificato il sottotipo 2.3.4.4b dell’influenza A(H5N1).
Cosa si è scoperto
Le ultime analisi hanno evidenziato la presenza di “riassortimenti genetici” del virus con altri virus aviari già presenti nel continente, creando di fatto un nuovo virus responsabile della grave forma influenzale che ha interessato decine di migliaia di furetti. I ricercatori hanno però voluto tranquillizzare tutti ribadendo che il contagio tra i mammiferi in natura rimane altamente improbabile, anche se la capacità del virus di mutare rapidamente rimane un forte motivo di preoccupazione tra gli esperti, che stanno caldeggiando l'idea di vaccinare il pollame di allevamento per scongiurare le epidemie degli anni passati. Il ceppo che è stato studiato dagli esperti si è inizialmente diffuso in Asia, Europa e Africa, prima di colpire il Nord America verso la fine del 2021.
I casi che hanno riguardato gli esseri umani
Tra gli esseri umani, dal 2020 ad oggi, sono stati registrati solo 6 casi di infezione causata da questo ceppo di influenza aviaria. Solo in un caso, in Cina, la persona contagiata è deceduta, Una persona che vive in Vietnam ha riportato gravi sintomi ma è riuscita a sopravvivere, mentre i restanti 4 casi hanno registrato solo sintomi lievi o quasi assenti. Dall'analisi del nuovo ceppo, gli studiosi hanno rilevato la presenza di diverse nuove varianti derivate dall’acquisizione di alcuni geni presenti in virus influenzali che precedentemente avevano contagiato gli uccelli selvatici nordamericani. Attraverso queste mutazioni, il virus si è rafforzato acquisendo una maggiore capacità di infettare ospiti atipici che generalmente non si ammalano di influenza, come le poiane e le aquile. CONTINUA A LEGGERE…
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I gravi effetti neurologici riscontrati dagli studiosi
Col trascorrere del tempo, hanno fatto notare gli studiosi, il patogeno è diventato sempre più virulento, cioè in grado di causare una forma grave della malattia. Ma quello che di più preoccupa gli esperti è la capacità di questo virus di causare gravissimi effetti neurologici nei furetti impiegati come modello animale durante lo studio. Insomma, una grande quantità di questo virus si annida proprio negli animali infettati come ha avuto modo di spiegare Richard Webby, ricercatore presso il St. Jude Department of Infectious Diseases. Oltre ad un’aumentata patogenicità, quello che più preoccupa è la grande quantità di virus nel cervello. “Non è la prima volta che vediamo i virus H5 nel cervello – ha spiegato Webby – ma questi sono probabilmente fra i più virulenti che abbiamo osservato in 24 anni di ricerca su questi virus”. Ciò che consola è che il rischio per l’essere umano rimane relativamente basso. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati su Nature Communications.
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