Annamaria Staiano, Presidentessa della SIP (Società Italiana di Pediatria), fa luce sull’influenza B: ecco cosa ha svelato
L’influenza B sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese e iniziano ad essere diversi i casi di persone contagiate da questo virus: si tratta, ovviamente, di una sindrome influenzale analoga a quella che conosciamo ma con alcune piccole differenze legate ai sintomi. Di cosa si tratta nello specifico e soprattutto quando è atteso il picco di contagi, dato che ci si avvicina sempre più alla primavera? Annamaria Staiano, Presidentessa della SIP (Società Italiana di Pediatria), ha fatto chiarezza sulla questione per Ansa.it.
Lo scenario della Dott.ssa Staiano
“Dopo l’influenza A – ha spiegato l’esperta – attendiamo ora un nuovo picco di casi nell’arco dei prossimi due mesi dovuto al virus influenzale di tipo B. Si tratta di un virus influenzale molto simile a quello di tipo A che conosciamo, dunque non c’è alcun allarme. La contagiosità di tale virus è minore rispetto al tipo A, dunque non ci attendiamo i milioni di casi già registrati col virus A che ha fatto segnare il picco tra dicembre e gennaio. Attualmente però i casi di influenza sono principalmente dovuti proprio al virus di tipo B. La durata della sintomatologia di solito è di una settimana ed è già disponibile la vaccinazione“.
I sintomi
I sintomi tipici di influenza B sono febbre anche alta, mal di gola, tosse, naso che cola, starnuti, stanchezza, dolori articolari e muscolari. In alcuni casi però possono comparire dolore addominale e disturbi gastro-intestinali, da non sottovalutare perché rischiano di apparire in maniera molto intensa. Nei casi più gravi di influenza B si può arrivare addirittura a polmoniti, bronchiti, serie difficoltà respiratorie, infiammazioni del tessuto muscolare (miositi), miocarditi (infiammazioni del cuore) e sepsi.
Come si cura
L’influenza di tipo B non va trattata con gli antibiotici (così come qualsiasi virus che non sia un’infezione), piuttosto i sintomi possono essere alleviati con farmaci da banco come antipiretici e antinfiammatori. È importante consultare il pediatra o il medico di famiglia, soprattutto in presenza di febbre alta, nei bambini piccoli e nelle persone fragili, per ricevere la terapia più adatta.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.