Che cos’è l’ipertiroidismo?
Quando si parla di ipertiroidismo – secondo quanto riportato da “Humanitas.it” – si fa riferimento ad una condizione caratterizzata dalla presenza in circolo di una quantità eccessiva di ormoni tiroidei. L’ipertiroidismo è più comune tra le donne rispetto agli uomini e generalmente ha un andamento familiare. Nel momento in cui vi è la presenza di un eccesso di ormoni tiroidei, vi sono delle importanti conseguenze sul metabolismo.
Ipertiroidismo, quali sono i sintomi più frequenti?
Il Dottor Alfredo Pontecorvi, professore di endocrinologia all’Università Cattolica e al Policlinico Gemelli di Roma, ha spiegato a “Corriere.it” quali sono i principali sintomi di ipertiroidismo. Innanzitutto va sottolineato come nel momento in cui l’ipertiroidismo si presenta in modo graduale, i sintomi siano piuttosto sfumati. La malattia di Graver-Basedow (vale a dire la forma più diffusa di ipertiroidismo), invece, presenta dei disturbi più marcati: tra questi vi è sicuramente un aumento di volume della tiroide (il cosiddetto gozzo), un aumento della frequenza cardiaca, sudorazione eccessiva, oltre che un dimagrimento rapido ed improvviso. A questi sintomi, poi, si vanno ad aggiungere spesso anche tremori, nervosismo, un senso di profonda stanchezza e insonnia. Infine, si possono presentare anche sintomi oculari come ad esempio gli occhi fuori dalle orbite e, con il passare del tempo, possono comparire anche la diarrea, la perdita dei capelli, oltre ad alterazioni del ciclo mestruale.
Quali sono le principali cause di ipertiroidismo?
Tra le cause più frequenti di ipertiroidismo, secondo quanto riportato dal Dottor Alfredo Pontecorvi, c’è sicuramente la malattia di Greves-Basedow, che è la forma più diffusa di ipertiroidismo: “E’ causata da autoanticorpi che si legano alle cellule tiroidee e le stimolano“. Interessa principalmente le donne e nel momento in cui si presenta, lo fa in modo violento e veloce. Un’altra causa di ipertiroidismo è rappresentata dall’adenoma di Plummer: in questo caso, invece, la causa che sta alla base di tutto risiede in un nodulo benigno che va a produrre una quantità eccessiva di ormoni tiroidei. Un’altra forma di ipertiroidismo, poi – secondo quanto spiegato dal Dottor Alfredo Pontecorvi a “Corriere.it” – è il gozzo multinodulare tossico, a sua volta generato da noduli iperfunzionanti. Quest’ultimo si presenta generalmente in età avanzata.
Ipertiroidismo, come si realizza la diagnosi?
La diagnosi dell’ipertiroidismo – secondo quanto riportato da “Humanitas.it” – si realizza attraverso una valutazione approfondita della storia clinica e delle condizioni fisiche del paziente che ne sta lamentando i sintomi. Nel corso della visita, inoltre, il medico andrà a valutare la presenza dei sintomi caratteristici ai quali abbiamo fatto riferimento e procederà con la palpazione della tiroide, andando alla ricerca di noduli. Inoltre, per effettuare una diagnosi precisa si rende necessario procedere con la misurazione dei livelli circolanti di T3, T4 e TSH e degli anticorpi anti tiroide. In altri casi, inoltre, il paziente potrebbe doversi sottoporre alla scintigrafia tiroidea e ad un’ecografia della tiroide.
Ipertiroidismo, quali sono i possibili trattamenti e come prevenirlo?
Per quanto riguarda i possibili trattamenti dell’ipertiroidismo – secondo quanto riportato da “Humanitas.it” – la terapia è strettamente legata alla causa che lo genera, all’età del paziente e alla gravità dei sintomi che presenta. A proposito di prevenzione, invece, non esistono misure preventive nei confronti dell’ipertiroidismo.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.