La nuova invenzione per far muovere i paraplegici: ecco l'esoscheletro speciale e come funziona

Dalla Francia arriva un dispositivo particolare per permettere di camminare a chi ha riportato incidenti o malformazioni

La nuova invenzione per far muovere i paraplegici: ecco l'esoscheletro speciale e come funziona - Foto Tiscali Tecnologia
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La nuova invenzione per far muovere i paraplegici: ecco l'esoscheletro speciale e come funziona

Splendida notizia in ottica salute: è stato inventato un esoscheletro speciale per permettere ai paraplegici di tornare (o iniziare) a camminare, come riporta il sito Ok-Salute.it. La particolarità di questo dispositivo è quella di poter essere controllato interamente dal pensiero, risolvendo dunque ogni problema a chi non può utilizzare le gambe. Ma come funziona questo esoscheletro?

Tutti i dettagli sull'esoscheletro

Il primo uomo ad usufruire di questa novità è il francese Thibault, un ragazzo di 30 anni vittima negli scorsi anni di un grave incidente, da cui ha riportato la paralisi della colonna vertebrale. Quale caso migliore per utilizzare l'esoscheletro speciale? Si tratta di due dispositivi (64 elettrodi per ciascun impianto) impiantati sulla superficie del cervello, come spiega Ok-Salute.it, in grado di leggere gli impulsi cerebrali e trasmetterli a un computer. Quest'ultimo li elabora e permette alle onde cerebrali di trasformarsi in movimenti veri e propri. Il tutto grazie ad un esoscheletro di 65 chili da indossare e che permette concretamente di camminare, muovere le braccia e altro.

Attenzione però: si tratta di un sistema ancora imperfetto che permette di replicare “solo" il 71% dei movimenti voluti dal cervello. Inoltre Thibault può utilizzare questo esoscheletro soltanto all'interno dei laboratori dell'azienda produttrice del dispositivo, la Clinatec Executive Board (in collaborazione con l'Università di Grenoble). L'esoscheletro, infatti, è momentaneamente attaccato al soffitto del laboratorio per eliminare i rischi di cadute o incidenti durante i movimenti. In ogni caso è l'ennesimo enorme passo avanti della scienza!

Le parole degli esperti

“Siamo ancora lontani – ha dichiarato Alim-Louis Benabid, presidente del Clinatec Executive Board – (riportato da Ok-Salute.it) – dal poter dire che abbiamo scoperto come rendere autonomo chi non riesce più a muovere gli arti. Abbiamo comunque risolto il problema e dimostrato che il principio è corretto. È la giusta direzione per migliorare la qualità della vita delle persone».


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Gli scenari futuri

Gli scienziati del centro di ricerca francese, come spiegato da Ok-Salute.it, sono tuttora al lavoro per perfezionare l'esoscheletro e i dispositivi da impiantare nel cervello di eventuali paraplegici che ne avranno bisogno. Al momento occorrono 350 millisecondi per trasmettere all’esoscheletro i comandi del cervello: l'obiettivo è quello di eliminare del tutto il ritardo e ottenere risposte in tempo reale.

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L'incidente di Thibault

Thibault, il primo paraplegico a sperimentare quest'invenzione, nel 2015 ha riportato un gravissimo incidente: si trovata in un night club in Francia quando è precipitato per 15 metri (per cause non specificate) impattando violentemente sull'asfalto. É miracolosamente sopravvissuto, ma non è più riuscito a camminare a causa della paralisi della colonna vertebrale.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.