L’allarme lanciato da Bassetti sull’aumento esponenziale dei casi: ecco i sintomi del Long Cold
La stagione influenzale 2023/24 ha già mietuto qualche vittima e milioni di persone contagiate, molte delle quali sono state costrette a dover ricorrere alle cure del pronto soccorso. Sarà ricordata per essere stata una delle peggiori stagioni di sempre per la sanità italiana, come ha avuto modo di confermare Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. La stagione in corso ha confermato il boom delle infezioni respiratorie causato dai virus H1N1 e H3N2, così come si è diffuso in maniera capillare anche il virus respiratorio sinciziale (Rsv). E non sono stati rari neanche i casi di polmonite da pneumococco.
L’allarme lanciato da Bassetti
In una sua recente dichiarazione, il noto virologo del San Martino di Genova, ha evidenziato la crescita esponenziale delle infezioni respiratorie. Una diffusione che «non si era mai verificata negli ultimi 15 anni», secondo i dati degli ospedali sentinella Fiaso (Federazione italiana Aziende sanitarie e ospedaliere). Se il Covid non ha rappresentato un vero e proprio problema negli ultimi tre mesi, l’influenza ha invece creato molte insidie, considerando che l’80% dei ricoveri a novembre e dicembre non ha riguardato i casi di infezione da Covid.
L’importanza della prevenzione
Bassetti ha auspicato che nei prossimi giorni ci si concentri di più sull’influenza e sull’incremento delle infezioni respiratorie, adottando tutte le procedure preventive fra le quali anche i richiami vaccinali, in particolare per gli anziani. Bisognerà fare anche attenzione al cosiddetto Long Cold (il raffreddore lungo) con cui vengono definiti tutti quei sintomi postinfluenzali che si manifestano anche dopo le 4 settimane dal contagio con tosse, diarrea, mal di stomaco e astenia. Si tratta di sintomi che seguono le infezioni respiratorie acute non Covid, come raffreddori, influenza o polmonite.
Il confronto tra Long Covid e Long Cold
Una recente ricerca sul Long Cold, condotta su un campione di 10mila adulti, ha evidenziato come non vi siano prove che dimostrino che il Long Cold abbia una durata più lunga del Long Covid o che abbia sintomi più acuti. I due gruppi sottoposti allo screening che comprendono persone reduci dal Covid e persone reduci da altre sindromi influenzali, hanno evidendiato sintomi rispetto a coloro senza infezioni precedenti. Coloro che si sono ripresi dal Covid-19 hanno manifestato sintomi dopo la guarigione compatibili con il normale Long Covid, mentre coloro che sono guariti da infezioni non Covid hanno manifestato quasi tutti i sintomi, ad eccezione di problemi di gusto, olfatto e perdita di capelli.
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