
Polmonite, infezione acuta: di cosa si tratta?
La polmonite, si legge su Angelini, è un’infiammazione, di solito acuta, del parenchima (ovvero del tessuto) polmonare: interessa gli alveoli polmonari e il tessuto interstiziale. Questa infezione penetra in profondità, fino ad arrivare ai polmoni. Intere parti di tessuto polmonare vengono invase dal catarro, che si solidifica impedendo il passaggio dell’aria.
I sintomi più frequenti della polmonite
Catarro di colore giallognolo e verdastro o addirittura con striature di sangue, dolori acuti, febbre alta, brividi e tosse. Aumenta la frequenza del polso e del respiro, fino a raddoppiare: sono questi i sintomi più frequenti della polmonite.
Quando si può parlare di broncopolmonite?
Non solo i polmoni: questa infezione, infatti, più interessate anche le piccole vie aeree, ovvero bronchi e bronchioli. In questo caso di parla di broncopolmonite, che è più diffusa e si presenta con sintomi simili ma meno accentuati. Se invece la zona colpite riguarda solo un polmone si ha la polmonite lobare. Si parla di polmonite doppia o bilaterale quando sono colpiti entrambi i polmoni.
Polmonite, quando i batteri si diffondono in modo incontrollabile
La stragande maggioranza delle polmoniti, ovvero nove su dieci, è dovuta a batteri, sempre presenti nell’organismo ma normalmente tenuti sotto controllo dai naturali meccanismi di difesa. Quando la resistenza dell’individuo è compromessa da una malattia o da un generale stato di debilitazione, i batteri possono diffondersi in modo incontrollabile.
Gli altri fattori che possono portare alla polmonite
Ci sono però altri fattori che possono portare alla polmonite: infezioni alle alte vie respiratorie, il fumo di sigaretta, l’insufficienza cardiaca, le immunodepressione. Maggiormente esposti sono bambini e anziani.
In passato la polmonite era la prima causa di morte
La polmonite, in passato, era la prima causa di morte: una persona su quattro ne era vittima. Oggi il numero è diminuito grazie all’uso degli antibiotici, anache se la malattia è ancora considerata grave. Le forme a origine infettiva hanno un’incidenza media pari ad una decina di casi per 1.000 abitanti ogni anno, ovvero circa 700.000 ogni anno. Il sesso maschile è quello più colpito.
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