Ecco tratteggiato il disturbo del quale soffrirebbe la neovincitrice di Masterchef, la toscana Eleonora Riso
Credere fermamente di non meritarsi un premio o un elogio. E’ questa, in buona sostanza, la convinzione errata e fuorviante di chi manifesta la sindrome dell’impostore, il disturbo della presonalità dalla quale è affetta Eleonora Riso, la vincitrice dell’ultima edizione di Masterchef, come lei stessa ha ammesso nel corso di una intervista rilasciata al Corriere della Sera. Chi soffre di questo disturbo non riesce ad apprezzare mai appieno i successi che riesce a conquistare, perchè pensa di non meritarli.
L’ammissione di Eleonora
“Sono una disagiata – ha raccontato la nuova vincitrice di Masterchef – una persona timida, con la sindrome dell’impostore, una persona che non riesce a darsi soddisfazione e che pensa di non farcela: dedico la vittoria a chi si sente come me”. Anche quando ricevono apprezzamenti per la posizione ricoperta o per un traguardo raggiunto, chi soffre della sindrome dell’impostore penserà sempre di non essere all’altezza e di non essere mai abbastanza bravo.
Chi ha scoperto questo disturbo
Si tratta di un disturbo che si può curare ma che è molto più diffuso di quanto si possa pensare. In genere si associa ad una bassa stima e ad una pessima considerazione di se stessi. L’espressione “sindrome dell’impostore” venne scoperta per la prima volta alla fine degli anni ’70 dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes. L’identikit di una persona che soffre di questo distrurbo è quello di una persona che pensa di non essere in possesso né di abilità né di conoscenze né di capacità, attribuendo alla fortuna un premio ottenuto o un traguardo raggiunto.
La scarsa autostima una delle concause
Sottostimando le proprie conoscenze e le proprie capacità, chi soffre della sindrome dell’impostore ritiene di non meritare la considerazione altrui esattamente come un “impostore” che prende in giro gli altri, truccando le proprie carte, anche quando non è palesemente così. Chi soffre di questa stima pensa di non meritare quegli elogi anche quando sa di avere lavorato sodo. Il vero problema è che non lo riesce ad ammettere a sé stesso. Non riuscendo ad interiorizzare le mete raggiunte, le abilità acquisite, i propri talenti, chi convive con questa sindrome non riesce mai a gioire per i propri successi. Alla base di questo disturbo c’è sempre una scarsa autostima, un eccesso di autocritica e una smania di perfezionismo innato.
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