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L’Aviaria potrebbe essere letale per l’uomo, l’allarme lanciato dal professore Andreoni: “Va evitato il salto di specie”

Il professor Andreoni ha ribadito l'esigenza di porre in essere misure contenitive efficaci per evitare lo spillover

L’Aviaria potrebbe essere letale per l’uomo, l’allarme lanciato dal professore Andreoni: “Va evitato il salto di specie”
Influenza aviaria (fonte: Pixabay)

L’Aviaria potrebbe mietere vittime a iosa, ecco l’allarme lanciato dal professor Massimo Andreoni

In una recente dichiarazione, il prof. Massimo Andreoni. ha lanciato l’allarme legato all’influenza aviaria. E’ indispensabile impedire che il virus dell’aviaria si trasmetta all’uomo. Il salto di specie potrebbe avere, secondo l’illustre infettivologo dell’Università romana di Tor Vergata, conseguenze gravissime visto l’elevato tasso di letalità del temibile virus. Il rischio di morte, se si lo si contrae, potrebbe toccare numeri che rasentano lo sterminio di massa: dal 30 al 50%. Da leggere anche Super Green Pass per vaccinati e guariti, ecco la nuova proposta 

E’ necessario impedire il salto di specie

Il prof. Andreoni, oltre a essere primario di Infettivologia a Tor Vergata, è direttore della SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, associazione di medici specializzati del settore) ha ribadito, in un’intervista ad AdnKronos, l’importanza del controllo della diffusione del virus tra i volatili per impedirne il passaggio da uomo a uomo. Finora, la trasmissione è avvenuta solo da animale a uomo e con effetti diversi a seconda del ceppo virale. I ceppi del virus, infatti, sono molti e ognuno ha un tasso di letalità differente. Il ceppo H5N1 ha, per esempio, il tasso di letalità più temibile: il 50%. Ciò vuol dire che la propagazione del contagio interumano potrebbe provocare un decesso addirittura ogni due persone infettate.

Lo spillover temuto dagli scienziati

Il prof. Andreoni, nella sua dichiarazione alla nota agenzia di stampa, ha sottolineato l’urgenza di mettere in atto tutte le misure necessarie a impedire il fenomeno noto in infettivologia come spillover ovvero la fuoriuscita del virus dalla propria specie serbatoio per infettarne un’altra. Nel sudest asiatico sono già stati diagnosticati numerosi casi di contagio, dagli uccelli agli umani, ma finora senza conseguenze gravi proprio perché non si è verificato il temuto passaggio di specie. I contagi rimangono casi relativamente sporadici che, al momento, non destano gravi preoccupazioni in Italia e in Europa. CONTINUA A LEGGERE…

L’importanza di monitorare gli allevamenti di pollame

I casi nel mondo si contano in poche centinaia. Il prof. Andreoni ha spiegato che non si tratta, però, di un numero irrisorio come potrebbe sembrare. È opportuno, quindi, continuare le indagini specifiche che si eseguono normalmente in tutti i casi di rinvenimento di uccelli morti, sia selvatici che di allevamento. Destano molta preoccupazione, in particolare, gli allevamenti di pollame che devono essere tenuti sotto controllo: la diffusione del virus in ambienti che ospitano tanti animali, può facilitarne la mutazione con conseguente aumento del rischio di trasmissibilità all’uomo e, se ciò avvenisse, gli effetti globali sarebbero drammatici e di difficile contenimento.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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