Questo sito contribuisce alla audience di Il Messaggero

Mercoledì 12 Febbraio
Scarica la nostra app
Segnala

Le microplastiche potrebbero accumularsi soprattutto nel nostro cervello causando danni irreparabili: i risultati di uno studio

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine ha trovato nuove prove dell'accumulo di questi materiali anche nell'organismo umano

Le microplastiche potrebbero accumularsi soprattutto nel nostro cervello causando danni irreparabili: i risultati di uno studio
Microplastiche - foto youtube

Trovate microplastiche in cervello, fegato e reni umani: si parla di alte concentrazioni

L’accumulo di microplastiche nei nostri organi vitali rappresenta una minaccia concreta per la nostra salute come testimonia un recente studio che ha scoperto che i campioni di cervello post-mortem raccolti l’anno scorso contengono considerevolmente più microplastiche rispetto a campioni simili raccolti quasi un decennio fa. A condurre questa ricerca interessante è stata una equipe di scienziati dell’Università del New Mexico, Alexander Nihart. I ricercatori hanno individuato concentrazioni maggiori di questi problematici residui petrolchimici nei campioni di cervello rispetto ai campioni di reni e fegato.

Il circolo vizioso che porta la microplastica nella catena alimentare

Tra il 1950 e il 2019 è stata prodotta una mole di plastica pari a circa 9 miliardi di tonnellate soprattutto per realizzare imballaggi monouso, contenitori per alimenti, giocattoli per bambini, indumenti e mobili da giardino. Tutto questo materiale, soprattutto se viene smaltito in maniera impropria, si frammenta in piccoli pezzi che contaminano l’ambiente finendo anche nella nostra catena alimentare. Come hanno spiegato gli stessi scienziati, le concentrazioni ambientali di microplastiche e nanoplastiche antropogeniche, particelle a base di polimeri con un diametro che va da 500 µm fino a 1 nm, sono aumentate esponenzialmente negli ultimi cinquant’anni.

Cosa si è scoperto

Uno studio che ancora non è stato ufficialmente pubblicato, avrebbe dimostrato come queste minuscole plastiche sono già presenti in maniera abbondante nella placenta dei bambini nati prematuramente.Un altro studio ha scoperto che l’esposizione ad additivi nelle plastiche di uso comune era associata a milioni di decessi. Per questa ragione l’equipe di scienziati guidata dal professore Nihart ha analizzato campioni di tessuti di 52 corpi umani sottoposti ad autopsie nel 2016 e nel 2024. Si è scoperto che ogni singolo campione testato conteneva particelle di plastica. Si è anche scoperto che i campioni di cervello analizzati ne avevano concentrazioni fino a 30 volte superiori.

Le nefaste previsioni future

In futuro la situazione non è destinata a migliorare. Gli scienziati stimano che entro il 2040 la plastica rappresenterà fino al 95 percento della crescita netta della domanda di petrolio. Le evidenze che scaturiscono da questo studio pubblicato su Nature Medicine dimostrano inequivocabilmente che l’aumento esponenziale delle concentrazioni ambientali di micro e nanoplastiche si sta riflettendo nei nostri corpi. Il fatto che le microplastiche riescano a superare le barriere encefaliche è stato confermato anche dalle elevate concentrazioni di plastica rilevate nei campioni di persone con diagnosi di demenza rispetto a quelle senza. In futuro serviranno più ricerche sugli impatti sulla salute delle microplastiche per comprendere l’impatto sulla salute e ridurne l’incidenza.

La nostra newsletter!

Ricevi gli aggiornamenti e le ultimissime
su Meteo e Scienza via mail!

ISCRIVITI ORA!

Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

SEGUICI SU:

Ultima Ora

Ultima Ora Terremoto