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Martedì 12 Novembre
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L’immunità sviluppata con Omicron potrebbe non proteggere dalle future varianti: la tesi degli esperti

Omicron, l'infezione non mette al riparo dai rischi di future varianti: ecco la tesi degli esperti

L’immunità sviluppata con Omicron potrebbe non proteggere dalle future varianti: la tesi degli esperti
Coronavirus, Omicron - Foto Pixabay

Aver contratto l’Omicron non vuol dire essere protetti da eventuali varianti più aggressive

Non è affatto scontato che le infezioni da Omicron possano costituire una barriera invalicabile anche nei confronti delle future varianti. Il rischio che il mondo possa essere ancora vulnerabile nei confronti delle future infezioni da Coronavirus, è ancora molto elevato, nonostante quello che si possa pensare. Nella fase del suo esordio, il coronavirus ha fatto incetta di malati e di vittime, poiché nessuno aveva alcuna protezione immunitaria. Nei due anni successivi, le cose sono cambiate drasticamente, poiché centinaia di milioni di persone in tutto il mondo sono state infettate e le cure sono state sempre più efficaci.

Le questioni in sospeso

Se il crescente numero di casi globali della variante Omicron aumentasse il livello di immunità globale, potremmo trovarci davanti ad una vera e propria svolta. Ma affinché ciò accada, le infezioni da Omicron dovrebbero tradursi in una significativa protezione aggiuntiva contro infezioni future, il che non è scontato. Ci sono ancora delle domande in sospeso sul fatto che la protezione immunitaria generata dalle infezioni da Omicron sia sostanziale o di lunga durata.

Le opinioni degli esperti

Secondo alcuni esperti, la protezione di Omicron potrebbe avere anche avere un’efficacia limitata contro altre varianti, in particolare perché Omicron dalla “versione” originaria del virus. Potrebbe quindi essere significativamente diverso da quello che verrà dopo. Omicron può facilmente reinfettare le persone che sono già state infettate con altre varianti e può anche sfuggire all’immunità creata dai vaccini tarati sulla versione originale del virus. Secondo il virologo Cornell John Moore, coloro che non sono stati vaccinati e beneficiano della protezione derivante dall’infezione, potrebbero non essere adeguatamente protetti rispetto ad altre varianti che potrebbero diffondersi in futuro. Per le persone che sono state vaccinate o infettate con un’altra variante – che a questo punto è una popolazione molto consistente – un’infezione da Omicron potrebbe finire per avere la valenza di un efficace richiamo. “Si tratta del potenziamento incrociato” ha detto Moore, avvertendo però che abbiamo bisogno di molti più dati per esserne certi. “Finora abbiamo visto solo briciole di pane e voglio vedere tutta la pagnotta”. CONTINUA A LEGGERE..

L’opinione di un ex commissario dell’Fda

Non è chiaro quanto bene un’infezione da Omicron protegga dalle future infezioni da Omicron, in parte perché provoca malattie meno gravi rispetto ad altre varianti. Le infezioni più lievi generalmente portano a risposte immunitarie più deboli. “Sembra che l’immunità conferita dall’infezione da Omicron non sia così duratura”, ha detto alla CNBC l’ex commissario della FDA e membro del consiglio di Pfizer Scott Gottlieb. “È più un’infezione delle vie aeree superiori. Vediamo immunità meno durature con infezioni delle vie aeree superiori”, ha detto Gottlieb. “Dato che si tratta di un’infezione meno grave, non induce una risposta anticorpale così robusta e un’immunità indotta da anticorpi”. Ecco perchè l’immunità indotta da Omicron potrebbe non essere sufficiente per prevenire l’infezione da un’altra variante più patogena.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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