L'obesità aumenta il rischio di demenza, ma non dipende dalla scarsa attività fisica: i risultati di uno studio
Uno studio britannico sfata il tabù che vede la scarsa attività fisica come causa principale di obesità, che porta poi alla demenza
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L'obesità aumenta il rischio di demenza
L'obesità è un pericolo per la salute. Ma questa non è una novità. Ciò che c'è da sapere, piuttosto, è che l'essere obesi aumenta il rischio di demenza nelle donne di mezza età, come riporta Medical News Today. Un campanello d'allarme che rischia di non cessare neanche facendo attività fisica o stando attenti alle calorie. A dare la notizia è il risultato di uno studio scientifico condotto in Gran Bretagna.
La tesi dello studio
I ricercatori del Nuffield Department of Population Health dell'Università di Oxford (Regno Unito), capitanati dalla dottoressa Sarah Floud, hanno trovato un collegamento tra l'essere obesi e la possibilità di sviluppare demenza nell'arco di 5-10 anni. Come? Esaminando un campione di ben 1.136.846 donne britanniche di età media 56 anni e che non correvano rischio di demenza. Esse hanno fornito i loro dati su altezza, peso, apporto calorico e attività fisica e sono state seguite clinicamente per diversi anni, al fine di monitorare le loro situazioni. I risultati di questo test, riportati sulla rivista Neurology, sono stati sorprendenti…
I risultati
Gli scienziati inglesi hanno evinto che la scarsa attività fisica, un basso indice di massa corporea e una non grande attenzione all'apporto calorico influiscono sullo sviluppare obesità in 5-10 anni, ma non sono al 100% le cause di questo problema. Questo perché in diverse donne non è stata riscontrata una significativa associazione clinica tra quei fattori e l'obesità. “Il nostro studio – ha dichiarato la Dott.ssa Floud – ha scoperto che questi fattori non sono collegati al rischio a lungo termine di demenza, ma che i collegamenti a breve termine tra demenza, inattività e basso apporto calorico sono probabilmente il risultato dei primi segni della malattia, prima che i sintomi inizino a manifestarsi “. Serviranno dunque ulteriori test per saperne di più, ma intanto un tabù è stato sfatato. E non solo le donne di mezza età devono temere l'obesità, ma anche alcuni tipi di adolescenti…
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Obesità, saltare la colazione può favorire il sorgere della patologia in età adolescenziale
Un articolo pubblicato su Scientific Reports, infatti, ha illustrato i risultati di una ricerca condotta dalla Medical School dell'Università di San Paolo (FM-USP) in Brasile, mirata a valutare i comportamenti che inducono l'incremento di peso negli adolescenti. Dall'obesità infantile possono originarsi alcune malattie serie come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
Saltare la colazione favorisce l'accumulo di grasso
Si è scoperto che saltare la colazione, come capita spesso tra gli adolescenti, può favorire l'incremento della massa corporea in questa fascia di età. Questa cattiva abitudine infatti sarebbe una dei responsabili dell'obesità in età ancora verde. “Si è scoperto che saltare la colazione è associato a marcatori di adiposità negli adolescenti, indipendentemente da dove vivono e da quanto dormono o se sono maschi o femmine“. Questa è la teoria espressa dall'epidemiologo Elsie Costa de Oliveira Forkert, un membro della Gioventù / Bambino Gruppo di ricerca sul rischio cardiovascolare e ambientale (YCARE) nel dipartimento di medicina preventiva di FM-USP.
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Saltare la colazione a casa induce gli adolescenti a mangiare cibi ipercalorici
“Saltando la colazione, milioni di bambini e adolescenti in tutto il mondo stanno probabilmente sostituendo un pasto fatto in casa più salutare, tra cui prodotti lattiero-caseari, cereali integrali e frutta con dei prodotti di fast food mangiati nelle mense della scuola o per strada“, ha dichiarato Forkert. Questo comportamento induce molti bambini a fare incetta di cibi ipercalorici industrializzati a basso valore nutrizionale, che sono i veri responsabili dell'obesità.
Come è stato condotto lo studio
Gli scienziati hanno valutato l'associazione tra comportamenti correlati al bilancio energetico nell'adolescenza e marcatori di adiposità totale e addominale. Lo studio ha coinvolto 3.528 adolescenti in 10 città principali. I soggetti avevano un'età compresa tra 12,5 e 17,5 anni e sono stati stratificati per età, sesso, regione e stato socioeconomico. I maschi e le femmine componevano circa la metà della popolazione in studio ciascuno (47,7 per cento e 52,3 per cento, rispettivamente).
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.
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