L’esposizione ad alti volumi dentro le discoteche o nei bar potrebbe causare un forte deficit uditivo soprattutto tra i più giovani
Secondo l‘Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oltre 430 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di ipoacusia invalidante. Un dato già preoccupante di per sé ma che in futuro potrebbe addirittura raddoppiare se non si metterà in pratica una politica attiva nella prevenzione dell’ipoacusia. L’esposizione ricreativa al rumore, secondo gli esperti, rappresenta un fattore di rischio che può concorrere alla perdita dell’udito. Una vera piaga che potrebbe mettere a repentaglio uno dei sensi più importanti soprattutto nei più giovani.
I dati preoccupanti dell’Oms
Secondo i dati sviscerati dall’Oms, nel 2015 circa 1,1 miliardi di adolescenti e giovani adulti sono risultati a rischio potenziale di perdita dell’udito a causa dell’esposizione volontaria al rumore ricreativo, che tecnicamente viene riassunta nelle cosiddette “pratiche di ascolto no sicure”.Questa esposizione è in gran parte attribuibile all’uso di dispositivi di ascolto personali (PLD; ad esempio, telefoni cellulari o lettori MP3) e/o alla frequentazione di luoghi di intrattenimento ad alto volume (ad esempio, discoteche, bar, club).
Chi rischia di più
Il maggior rischio dipende strettamente dalla maggiore durata e dalla frequenza dell’esposizione al rumore. I livelli ammissibili di esposizione al rumore ricreativo sono spesso calcolati da limiti equivalenti di esposizione al rumore professionale (ad esempio, 80 decibel (dB) per 40 ore settimanali o 85 dB per 40 ore settimanali), che variano leggermente a seconda della regione e dalle leggi interne. Ma secondo una recente ricerca scientifica, i giovani d’oggi possono arrivare ad ascoltare perfino suoni a volumi fino a 105 dB, mentre i livelli sonori medi nei luoghi di intrattenimento vanno da 104 a 112 dB, superando i livelli consentiti anche se per periodi relativamente ridotti. CONTINUA A LEGGERE…
Le conclusioni dei ricercatori
I ricercatori della Medical University of South Carolina, hanno passato al setaccio i database di ricerca per gli studi pertinenti pubblicati in quattro lingue, coinvolgendo persone di età compresa tra 12 e 34 anni e riportando i livelli di output del dispositivo misurati oggettivamente e la durata dell’esposizione. Sono stati inclusi nella ricerca statistica un totale di 33 studi, corrispondenti ai dati di 35 record e 19.046 partecipanti; 17 record sono stati focalizzati sull’uso di PLD e 18 si sono concentrati su luoghi di intrattenimento dove solitamente il volume è molto elevato. CONTINUA A LEGGERE…
Oltre un miliardo i giovani a rischio
Da queste analisi è emerso che le persone che potrebbero, nei prossimi anni, sono quelli che rientrano nella fascia di età compresa tra i 12 e i 34 anni. Sulla base di questi dati eloquenti, i ricercatori stimano che il numero globale di adolescenti e giovani adulti che potrebbero essere potenzialmente a rischio di perdita dell’udito oscillerrebbe da 0,67 a 1,35 miliardi.
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