Long Covid, rischio serio di ictus e infarto anche a distanza di mesi

Si è scoperto che coloro che sono risultati positivi al Covid-19 hanno affrontato nell’anno successivo rischi decisamente superiori per ben 20 situazioni cardiovascolari

Long Covid (foto: Pixabay)
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Long Covid, ecco gli studi che dimostrano come la qualità della vita dei pazienti sia peggiorata

La nota rivista Nature ha pubblicato di recente alcuni articoli interessanti inerenti ai rischi di problemi di natura cardiocircolatoria, come infarti e ictus, anche a distanza di mesi dal Covid-19. Secondo numerosi studi scientifici, il contagio potrebbe arrecare danni seri e permanenti alla salute di coloro che sono risultati positivi. La loro qualità della vita, quindi, in ottica di lungo termine, potrebbe risentirne. Ecco in sostanza quanto si evince da due studi scientifici, i cui contenuti sono stati pubblicati su Nature.

Il primo studio

Lo studio condotto da un team di epidemiologi della Washington University di St. Louis, Missouri, coordinati dal professor Ziyad Al-Aly, ha messo in evidenza una importante scoperta. Nello specifico, sono stati presi in esame i casi di 150.000 soggetti, che si erano ripresi dall’infezione di Covid-19, dopo aver dovuto affrontare un percorso di guarigione non propriamente agevole, e li si è messi a confronto con coetanei risultati infetti in forma lieve e con un gruppo di individui nel periodo antecedente alla pandemia. L’intento di fondo era proprio quello di valutare la frequenza con cui l’infezione da Covid-19 potesse dar luogo a problemi di tipo cardiovascolare. Da quest’analisi sono emersi risultati interessanti: coloro che erano risultati positivi al Covid-19 hanno affrontato nell’anno successivo all’infezione rischi decisamente superiori per ben 20 situazioni cardiovascolari. Coloro che avevano avuto il Covid-19 in forma lieve, senza ricovero ospedaliero, avevano comunque aumentato il rischio di numerose condizioni, come ad esempio l’infiammazione cardiaca (+247%) e attacchi di cuore (+8%).

Il secondo studio

Un’altra ricerca scientifica condotta, dall’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington, sottolinea come coloro che hanno contratto il Covid19, nei 4 mesi successivi alla malattia presentavano maggiori probabilità di andare incontro a insufficienza cardiaca: 2,5 volte in più, se le si paragona a coloro che non sono mai risultati positivi. Negli Stati Uniti d’America, nel 2020, ci sarebbero stai oltre 12.000 ictus in più rispetto all’anno precedente (periodo pre-Covid-19). Lo stesso dicasi per gli attacchi di cuore con oltre 44.000 casi in più. E i numeri del 2021 sono stati addirittura superiori: oltre 18.000 ictus e 66.000 attacchi di cuore in più rispetto al periodo pre-Covid-19. CONTINUA A LEGGERE…


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Conclusioni

La pandemia ha dato luogo anche a effetti indiretti: le mancate visite mediche, lo stile di vita troppo sedentario dettato dal necessario isolamento a casa e i forti picchi di stress hanno giocato, purtroppo, un ruolo decisivo sulla salute cardiovascolare di numerosi individui, compromettendone la salute.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.