Già alcuni mesi fa l’infezione si era diffusa anche in una mandria di bovini
Ciò che si temeva da tempo, potrebbe diventare ben presto realtà, dopo la diffusione del comunicato stampa diramato dal Servizio di ispezione sanitaria degli animali e delle piante del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) con cui è stata resa nota la prima contaminazione da virus H5N1 da parte di un maiale. Non era mai accaduto prima d’ora che un suino risultasse positivo all’influenza aviaria. Una chiara testimonianza di come, questo pericoloso virus, sappia adattarsi ad altre specie, contaminandole.
La nuova epidemia che incombe anche sui mammiferi
Il maiale infetto, come spiega dettagliatamente la nota diffusa dall’USDA, condivideva con il pollame i medesimi alloggi e le stesse fonti d’acqua. Alla luce di queste premesse, è plausibile ritenere che il patogeno possa essere stato trasmesso al maiale dai polli. Un salto di specie che fa il paio con quanto accaduto alcuni mesi fa, quando vennero registrati dei casi di infezione anche in una mandria di mucche da latte, nonostante si pensasse che i bovini fossero protetti dall’influenza aviaria.
Dal 2021 il boom di casi
Ad oggi non vi sono prove che questo virus sia stato mai in grado di infettare le cellule umane, anche se è stato isolato per la prima volta nel 1996 in Cina nell’essere umano, mentre i casi accertati sono davvero trascurabili (non più di un migliaio circa). Dal 2021, però, questo virus si è diffuso in maniera copiosa in ogni latitudine del pianeta, causando la morte di centinaia di milioni di uccelli domestici e selvatici. Ciò che più preoccupa la comunità scientifica sono i numerosi casi di spillover (zoonosi) che sono stati rilevati e che contemplano anche alcune specie mammifere. Una vera e propria “panzoozia”, come l’hanno definita gli scienziati, ritenendola ormai una vera e propria pandemia che sta facendo sparire milioni di animali in tutto il mondo.
Lo scenario inquietante prospettato dai virologi
Tutte queste mutazioni potrebbero rappresentare un campanello d’allarme da non sottovalutare perchè potrebbero preludere ad una infezione devastante che potrebbe coinvolgere anche il genere umano. Secondo molti illustri virologi, la domanda da porsi non è più se questo avverrà, ma quando avverrà. E se ciò dovesse realmente palesarsi, potremmo trovarci di fronte ad una epidemia in grado di arrivare ad uccidere anche metà delle persone che vengono infettate. Una mortalità molto al di sopra di quella registrata con la pandemia da Covid-19. Una vera e propria ecatombe per il genere umano.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.