Cancro della pelle, ecco cosa si è scoperto sui rischi di mangiare pesce con elevata frequenza
Un recente studio scientifico ha individuato una connessione anomala tra il consumo frequente di pesce e il cancro della pelle. Sono oltre 3 miliardi le persone che nel mondo consumano quasi quotidianamente pesce per sfamarsi. Questo alimento rappresenta una fonte importante di proteine e grassi sani nelle diete altamente raccomandate, come quella mediterranea e nordica. Ma anche nell’alimentazione, non è tutto oro ciò che luccica.
Cosa si è scoperto
Secondo una ricerca scientifica condotta su quasi 500.000 persone, le persone che mangiano più pesce dell’equivalente di mezza scatola di tonno al giorno hanno il 22% in più di probabilità di contrarre un melanoma maligno. Tutto ciò non deve ingenerare la convinzione che dovremmo evitare di mangiare pesce, trattandosi solo di una mera tendenza, non una causa sottostante. Infatti i ricercatori non hanno dimostrato direttamente che mangiare più pesce è connesso direttamente allo sviluppo del cancro della pelle. Anzi, i benefici legati al consumo di pesce rimarrebbero, nonostante tutto, superiori ai rischi di ammalarsi.
Il ruolo degli agenti contaminanti
Tuttavia, un legame così forte all’interno di una grande dimensione del campione, che ha senso nel contesto più ampio del nostro ambiente attuale, richiederà ulteriori sviluppi e nuove indagini più approfondite. La dietista dell’Università di Newcastle, Clare Collins, ha spiegato che si tratta solo di risultati “osservazionali e quindi non implicano un nesso di causalità, ma non possono essere ignorati. Deve essere considerato il ruolo dei contaminanti che possono essere presenti in alcuni pesci”. E’ ben noto che, attraverso la catena alimentare, gli esseri umani tendono a cibarsi di metalli pesanti che vengono ingeriti dai pesci. I metalli pesanti, fra l’altro, sarebbero alla base dello sviluppo di molte tipologie di tumori. CONTINUA A LEGGERE…
Contaminanti, come entrano nella catena alimentare
Sappiamo bene che il mercurio emesso attraverso processi industriali come la combustione del carbone, viene versato nei nostri corsi d’acqua dove i microbi lo scompongono in metilmercurio. A sua volta, il metilmercurio viene assorbito dal plancton e finisce per accumularsi nei tessuti dei gamberetti che mangiano quel plancton. Di conseguenza finiscono anche per contaminare i pesci che mangiano i gamberetti e così via, generando quel processo denominato biomagnificazione per il quale l’agente contaminate diventa sempre più concentrato. Secondo questo studio una maggiore assunzione di pesce sarebbe associata a livelli più elevati di questi contaminanti all’interno del corpo, aumentando il rischio di sviluppare il cancro della pelle. CONTINUA A LEGGERE…
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.